L’intercettazione: «Pressioni da Mario Occhiuto per aprire piazza Bilotti»
La nuova inchiesta su piazza Bilotti nasce da una più ampia indagine su Giorgio Ottavio Barbieri, iscritto nel registro degli indagati nel 2015 dalla Dda di Catanzaro per presunte vicinanze al clan Muto di Cetraro. Accusa, lo ricordiamo, crollata nel processo “Frontiera” davanti al tribunale collegiale di Paola. L’ipotesi del falso ideologico e materiale inizia
La nuova inchiesta su piazza Bilotti nasce da una più ampia indagine su Giorgio Ottavio Barbieri, iscritto nel registro degli indagati nel 2015 dalla Dda di Catanzaro per presunte vicinanze al clan Muto di Cetraro. Accusa, lo ricordiamo, crollata nel processo “Frontiera” davanti al tribunale collegiale di Paola.
L’ipotesi del falso ideologico e materiale inizia a prendere corpo il 13 dicembre 2016, alle ore 11.29, quando il direttore dei lavori, Francesco Tucci chiama sua figlia Paola, collaboratrice e progettista dei lavori di piazza Bilotti. Tucci padre spiega alla ragazza che «dobbiamo affrontare dei problemi urgenti. Allora il primo problema riguarda la piazza: noi dobbiamo… a che punto è il verbale di… la relazione a struttura ultimata?». La figlia risponde che è in fase di elaborazione e, successivamente, aggiunge (replicando al padre che chiedeva se «abbiamo tutte le carte?»): «Non tutte le carte, papà, perché le prove di carico non sono tutte le carte. Servono tutti i provini di tutti gli elementi strutturali, servono tutte le prove di trazione di tutti i ferri utilizzati, cosa che non hanno. Servono tutti i certificati di conformità di tutti gli elementi strutturali, dei grugniti, delle travi in acciaio, le travi di Tubisider, dei solai».
Nello stesso giorni, Francesco Tucci chiama al collaudatore statico, Antonino Alvaro, al quale rivela di aver ricevuto pressioni dal sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, in relazione all’apertura della piazza. «Il sindaco vuole fare l’inaugurazione della piazza» afferma Tucci. «Dice che c’è tutta una polemica che non c’è il collaudo, che non possono aprire la piazza». E ribadisce, riportando frasi che gli avrebbe detto Occhiuto: «Lui dice “mettete le carte a posto, fate un collaudo parziale”, ma dico “guarda che non si può fare, ci mancano… le scale”…. “e non me ne frega niente, fate un collaudo parziale”, le solite cose».
Alvaro spiega di non sapere cosa fare e Tucci rincara la dose. «“Dovete aprire la piazza e basta”, ho detto “scusa, ma avevamo detto che avremmo fatto un verbale nel quale alleghiamo le prove di carico, diciamo che il collaudo è in corso di stesura…”. Io pure la relazione di struttura ultimata non l’ho manco presentata, tu come lo fai sto cazzo di collaudo se a me ancora non mi hanno dato tutti i dati. Però le prove di carico me le hanno date, mi manca qualche provino del ferro, qualche certificato così, ma sostanzialmente c’ho tutto».
La soluzione per aprire piazza Bilotti
Alvaro e Tucci conversano sul da farsi e cercano di trovare la soluzione migliore per aprire questa benedetta piazza Bilotti, sempre più al centro di indagini della magistratura cosentina e antimafia. Alvaro: «Diamo atto che abbiamo fatto le prove che hanno dato esito positivo e che… e che diamo l’autorizzazione ad aprire, su richiesta loro, di aprire la piazza solo per le zone… perché poi non ci sono pure le scale, come facciamo?» e Tucci risponde: «Appunto, aprire la piazza?». Alvaro chiarisce «limitatamene a quelle zone… a quelle zone… aprire la piazza, no? la piazza si può aprire tutta, si aprire, no?». Così, Tucci sentenzia: «Appunto, aprire la piazza con la limitazione che al di sopra del solaio deve essere inibita l’attività di ballo, diciamo». E Alvaro è d’accordo: «Sì, sì, sì, sì sì, certo» e conclude: «Prepara sto verbale che ci ragioniamo sopra, dai».