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Primo caso di isolamento da lattante Covid-19 all’Università di Parma: ad identificarlo la dottoressa cosentina Calderaro

L’Università di Parma ha reso pubblico un lavoro scientifico di ricerca relativo al primo caso di isolamento da lattante del SARS-CoV-2.

Primo caso di isolamento da lattante Covid-19 all’Università di Parma: ad identificarlo la dottoressa cosentina Calderaro

L’Università di Parma, con prima firmataria la Direttrice della Scuola di Specializzazione in Microbiologia e Virologia Adriana Calderaro, ha reso pubblico un lavoro scientifico di ricerca relativo al primo caso di isolamento da lattante del SARS-CoV-2 all’Università di Parma. Il tutto è stato appena pubblicato on line sulla rivista “International Journal of Infectious Diseases”.

Come riporta sito ufficiale dell’Università di Parma: “Il virus SARS-CoV-2 è stato isolato e identificato in coltura dalla Prof.ssa Adriana Calderaro, dalla Prof.ssa Flora De Conto, dalla Prof.ssa Maria Cristina Arcangeletti e collaboratori nei Laboratori di Virologia Isolamento agenti virali e di Virologia Molecolare del Dipartimento di Medicina e Chirurgia. L’impiego di tecnologie molecolari avanzate, in sinergia con metodi colturali convenzionali, in uso da sempre presso il laboratorio di Virologia, ha permesso la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2. Tuttavia, solo grazie all’esame colturale condotto per la ricerca di virus causa di infezioni dell’apparato respiratorio è stato possibile ottenere tale risultato: il virus da coltura è stato identificato sia al microscopio elettronico, per la sua morfologia caratteristica, sia mediante identificazione del suo acido nucleico».

«Il campione di aspirato naso-faringeo, pervenuto nei laboratori di Virologia il 26 febbraio 2020 è stato prelevato da un lattante di 7 settimane ricoverato nel reparto di Neonatologia; il lattante è stato ricoverato per pochi giorni con febbre e mal di gola riferiti ad una generica affezione dell’apparato respiratorio per la quale non era stato formulato un sospetto clinico né anamnestico di COVID-19. Lo sviluppo in coltura del virus è avvenuto dopo 10 giorni probabilmente anche a causa della bassa carica virale del campione originale».

«Ciò dimostra ancora una volta che il metodo di maggiore sensibilità per la diagnosi virologica è l’esame colturale, praticato correntemente dagli specialisti virologi, il quale è l’unico metodo diagnostico che consente di dimostrare l’infettività del virus. Infatti, i metodi basati sulla sola ricerca dell’acido nucleico virale non consentono di dimostrare l’infettività dell’agente. Il risultato è rilevante sia dal punto di vista epidemiologico sia dal punto di vista diagnostico. Infatti, dal punto di vista epidemiologico, il risultato conseguito dimostra che la circolazione di questo nuovo virus nella popolazione pediatrica avveniva già prima dell’epidemia riconosciuta in città».

«Questo a supporto dell’ipotesi che in pazienti giovani e/o nei bambini la circolazione del virus è spesso misconosciuta in conseguenza delle manifestazioni cliniche lievi e comuni ad altre affezioni respiratorie di cui questo virus è responsabile e quindi non può essere sospettato clinicamente e può avere una diffusione silente e subdola ad altri soggetti. Dal punto di vista diagnostico, la rilevanza del risultato conferma che l’esame colturale è il metodo di riferimento per la diagnosi virologica; ciò ribadisce la necessità di attuare da parte degli specialisti virologi controlli puntuali e di applicare metodi diagnostici affidabili soprattutto nel caso di emergenza di nuovi agenti virali».

«In questo caso, il primo di isolamento in coltura del SARS-CoV-2 da lattante, a quanto risulta dai dati della letteratura scientifica internazionale, solo l’esame colturale ha consentito l’identificazione; infatti, le caratteristiche cliniche del caso e il periodo temporale nel quale il lattante è giunto all’osservazione medica non consentivano di sospettare questa specifica infezione che sarebbe stata disconosciuta. Infine, il risultato consentirà di avere conoscenze ulteriori su questo nuovo agente virale e di condurre analisi comparative complete con il virus isolato dalla popolazione adulta e pediatrica, sia in Italia sia nel resto del mondo. Questi risultati di grande utilità per i pazienti sono possibili anche grazie al supporto della continua attività di ricerca condotta sui virus respiratori (esempio virus Influenza) nel medesimo Centro, che ha un’attività scientifica documentata da pubblicazioni su prestigiose riviste scientifiche».

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