Per Karl Marx, la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia e la seconda come farsa. Parafrasando il padre del comunismo, potremmo sperare che la storia si ripeta nuovamente, la prima come festa e la seconda pure. Il Cosenza torna a giocarsi la salvezza fra le mura del “Castellani” di Empoli, in quello stesso stadio dove, diciotto anni fa, conquistò la permanenza in Serie B al termine di una stagione complicatissima. Empoli-Cosenza finì 1-2, con le reti di Lentini e Oshadogan a ribaltare il vantaggio iniziale di Tavano e a salvare i Lupi dal baratro dell’allora C1.

Pagliuso e la festa dopo Empoli-Cosenza

A capo di quella società c’era Paolo Fabiano Pagliuso, al suo penultimo anno nella scrivania di massimo dirigente di via degli Stadi. «Il ricordo di Empoli-Cosenza è agrodolce – ci ha raccontato l’ex patron – perché andammo in svantaggio subito. Poi per fortuna Gigi rimise le cose a posto, Joseph ci fece vincere e i loro gol ci diedero la possibilità di salvarci e restare in Serie B». E lunedì, diciotto anni dopo, sarà la stessa cosa: una lotta per difendere la categoria, con le unghie e con i denti affilati del Lupo. Che deve azzannare di nuovo. «La Serie B – prosegue Pagliuso – è un privilegio al quale la nostra città non può mai rinunciare, sia dal punto di vista dell’importanza calcistica, sia dal punto di vista delle entrate economiche che coinvolgono le attività del posto. Proprio per questo motivo auguro a questi baldi giovani di ripetere l’impresa».

Diciotto anni fa fu vittoria, ma adesso il fu massimo dirigente della società non crede che si debba obbligatoriamente portare a casa i tre punti. «Basterà non perdere ad Empoli, poi ci giochiamo tutto in casa con la Juve Stabia e vediamo cosa succede. Quella sarà la gara più importante dell’anno. L’importante – aggiunge – sarà mantenere la categoria». E da un presidente all’altro, quali consigli sente di dare a Guarascio? «In questo momento gli dico di stare vicino alla squadra, di far sentire il peso della società: in campo ci vanno i ragazzi e solo loro sono in grado di farci restare in Serie B. Ad ogni modo – continua – ringrazio il patron per quello che sta facendo a Cosenza e per il Cosenza». 

Una festa comune

Tanti ricordi affollano la mente dei tifosi, quasi in numero di mille nel settore ospiti dello stadio toscano. Al termine della gara le due tifoserie, mai amiche, festeggiarono insieme la salvezza e la promozione in Serie A cantando all’unisono sulle note di Bella Ciao: «Del giorno di Empoli-Cosenza ricordo solo una grande felicità – conclude Pagliuso – nient’altro. Ricordo la tensione, la paura, poi la gioia di aver conservato la Serie B. De Rosa come Occhiuzzi? Gigi fu un grande a portare a casa una salvezza insperata». (Francesco La Luna)