sabato,Dicembre 14 2024

Trinni accoltellato, Vernì: «Ecco cosa è successo quella sera»

Giuseppe Vernì racconta cosa è successo prima che accoltellasse Ivan Trinni alla gola. Arresto convalidato: rimane ai domiciliari.

Trinni accoltellato, Vernì: «Ecco cosa è successo quella sera»

Questa mattina il gip del tribunale di Cosenza, Salvatore Carpino ha convalidato l’arresto di Giuseppe Vernì, applicando allo stesso la misura degli arresti domiciliari, come deciso in prima istanza dalla procura di Cosenza, in quanto l’indagato è stato arrestato in flagranza di reato per lesioni personali aggravate. La storia ormai è nota. Al termine di una lite, di cui ci occuperemo tra un po’, Giuseppe Vernì ha accoltellato alla gola Ivan Trinni, noto pregiudicato di Cosenza, oggi ricoverato presso il reparto di Rianimazione dell’ospedale “Annunziata” di Cosenza. Le condizioni di Trinni continuano ad essere gravi e la prognosi non è stata ancora sciolta. I medici preferiscono essere ancora prudenti, in attesa di capire come il paziente reagirà alle cure a cui è attualmente sottoposto.

Il racconto di Giuseppe Vernì

Dall’informativa di reato redatta dalla Squadra Mobile di Cosenza emerge come lo scorso 7 luglio sia incorsa una violenta lite tra Vernì e Trinni, che sfociava nel grave ferimento di quest’ultimo, attualmente in coma farmacologico. Dalla ricostruzione fatta dagli investigatori della Questura di Cosenza, sarebbe emerso che Trinni, nei giorni precedenti alla lite, avrebbe reiteratamente richiesto a Vernì la somma di 200 euro, «asseritamente a lui dovuta da Vernì per l’effettuazione di una sorta di un “rito propiziatorio esoterico”, finalizzato all’ottenimento della “riappacificazione” dei rapporti tra l’indagato ed i suoi familiari. Al rifiuto opposto dall’indagato, Trinni poneva in essere una condotta aggressiva ed intimidatoria nei confronti dell’odierno prevenuto, diretto al conseguimento della somma di denaro sopra indicata», rileva il gip Carpino.

«Trinni mi ha aggredito, poi ho reagito»

Intorno alle ore 18 del 7 luglio, Ivan Trinni, «pur essendo sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, si recava presso l’abitazione dei genitori dell’indagato e, giunto sul posto, invitava con aria minacciosa quest’ultimo ad avvicinarsi. “Io ho acconsentito a tale richiesta ma appena avvicinatomi a lui, Trinni mi colpiva violentemente con un paio di pugni al volto, provocandomi anche la fuoriuscita di sangue dalla narice destra. Sempre Trinni, non contento» ha riferito l’indagato «cercava di colpirmi nuovamente ma io, che nel frattempo avevo preso dall’interno della mia seconda autovettura un coltello da cucina, che usualmente uso per sfilettare i pesci da me pescati, al fine di difendermi da quell’aggressione istintivamente scagliavo un fendente alla volta di Trinni all’altezza del suo collo con la mia mano destra, colpendolo non so di preciso dove», in realtà all’altezza della giugulare. 

«Giusta la qualificazione giuridica dei fatti»

«In ragione della mia azione, mi sono immediatamente accorto che fuoriusciva del sangue dal collo di Trinni, al che, molto spaventato per ciò che avevo compiuto, fuggivo da lì a bordo della mia seconda autovettura». Per il gip Carpino, tenuto conto degli elementi di prova fin qui acquisiti e della documentazione sanitaria attestante le lesioni provocate a seguito del “fendente” inferto dall’indagato, «può dirsi certamente raggiunta la soglia di gravità indiziaria nei confronti di Giuseppe Vernì in ordine al delitto di lesioni aggravate».

«E’ utile rimarcare, ai fini che qui interessano, come il prevenuto deliberi consapevolmente di munirsi, durante “l’incontro” con Trinni, di un coltello da cucina. Questo comportamento, a parere di questo giudice, esclude la configurabilità della legittima difesa. Invero, l’indagato, anziché allontanarsi dal suo aggressore, decide di munirsi di un coltello di cucina, con il quale colpisce il suo antagonista». Per il gip Carpino, è corretta la qualificazione dei fatti operata dal pm della procura di Cosenza, Antonio Bruno Tridico, titolare del fascicolo. E’ sussistente però l’aggravante del pericolo di vita della persona offesa. Giuseppe Vernì è difeso dall’avvocato Salvatore Rauso.

Le condizioni di Trinni

La gravità della situazione meriterebbe una maggiore attenzione, in quanto le condizioni cliniche di Ivan Trinni rimangono serie. Nei giorni scorsi è stato sottoposto ad ulteriori accertamenti che hanno evidenziato una problematica alla gola. Se la situazione non dovesse migliorare nei prossimi 3-4 giorni, Trinni potrebbe essere sottoposto a un delicato intervento chirurgico nel tentativo di farlo respirare autonomamente. Insomma, è ancora in pericolo di vita.

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