«È Nicola Adamo che si è alzato…»: così Italo Reale ricostruisce la furiosa lite alla riunione del Pd a Cosenza
Intervista al responsabile del tesseramento democrat dopo le tensioni nella Sala degli specchi della Provincia: «Chi fa queste cose spaventa la gente e impedisce la costruzione di un partito di persone normali»
L’eco della polemica scaturita dalle tensioni al limite della rissa nell’assemblea del Pd di Cosenza sembra che non sia destinata ad esaurirsi rapidamente. Le tensioni ruotano intorno alla volontà o meno di aprire la fase congressuale. Dopo la dura presa di posizione di Boccia rispetto alla degenerazione della riunione nella Sala degli specchi della Provincia di Cosenza e quella dell’ex membro della direzione regionale del Pd, De Simone, tesa a confutare l’idea che la riunione sia stata tutta rissa, abbiamo contattato l’on. Italo Reale, incaricato dal commissario regionale del Pd di guidare la commissione del tesseramento.
All’esponente Pd vittima dell’aggressione testimoniata dal video finito in rete abbiamo chiesto cosa abbia scatenato, secondo il suo punto di vista, l’aggressione nel corso della riunione.
«In questi anni nel Pd calabrese abbiamo avuto spesso manifestazioni di sovra-tesseramento, tanto a voler usare un termine elegante – ha affermato – ci sono stati anni che in Calabria si sono registrate punte di tesseramento che hanno raggiunto le 40mila adesioni. In alcune aree – ha aggiunto Reale – abbiamo avuto più tesserati che voti. Evidentemente i tesserati si erano dimenticati di andare a votare – ha sottolineato con una punta di ironia -. È abbastanza evidente, dunque, che esiste una questione di fondo che è quella della costruzione dell’elettorato attivo del Partito democratico che, ovviamente, è una questione centrale non solo per il congresso, ma per la vita stessa del partito».
Quindi uno dei fattori scatenanti della rissa è legato al tesseramento?
«In una situazione di questo genere debbo dire che con il metodo del tesseramento online il Pd ha introdotto un metodo di razionalizzazione delle adesioni al partito».
Quanti sono gli iscritti registrati fino ad oggi?
«Al momento ci sono 4mila iscritti, se si pensa che ce n’erano 40mila ciò rende plasticamente l’idea del ridimensionamento di un tesseramento oggettivamente sproporzionato o gonfiato. In tal senso, dunque, il ridimensionamento è positivo. Ciò lascia ipotizzare che alla chiusura del tesseramento si potrà arrivare in tutta la regione all’adesione di 7-8000 iscritti. Tra l’altro, in passato, nessuno pagava la tessera. È evidente che quando c’era il metodo dei “pacchetti di tessere” nessuno di coloro che costruiva tali pacchetti voleva sborsare anche i soldi. Il tesseramento on line ha raggiunto il doppio scopo di impedire la costruzione di questo pacchetto di tessere e di costringere tutti a pagare. Questa cosa ha dato fastidio, e dà fastidio anche il fatto che alla fine il congresso lo vogliamo fare veramente. Io voglio fare il congresso! Graziano vuole fare il congresso! E lo vogliamo fare parlando di politica».
Qualcuno però introduce il dubbio che queste tensioni siano alimentate ad arte con l’obiettivo di allontanare il congresso?
«È ragionevole e possibile pensare che io mi faccia aggredire perché non voglia fare il congresso? Io nell’assemblea mi sono alzato per intervenire e invitare tutti alla calma, perché noi il congresso lo vogliamo fare. E Graziano che ha speso due anni della sua vita in Calabria, secondo me, è quello che lo vuole fare prima di tutti. In questo momento la segreteria nazionale ha il nostro regolamento congressuale. Penso che ragionevolmente nella prossima settimana ci sarà l’approvazione del regolamento congressuale e la fissazione della data del congresso».
Sarà mantenuta la data del 18 dicembre di cui si parla?
«Vedo difficile la possibilità di mantenere la data del 18 dicembre, non fosse altro che per quella data sono fissate le elezioni provinciali. Penso dunque che ci possa essere uno slittamento di una ventina di giorni, si potrebbe ragionevolmente immaginare che nel mese di gennaio del prossimo anno possa essere fissata la data. Penso anche che saranno fissate le date per la presentazione delle candidature a segretario provinciale e nelle città superiori ai 15mila abitanti. Aprendo una fase importante della vita del Partito democratico».
Quindi il congresso si farà?
«Non esiste che non facciamo il congresso! E chi sostiene questa cosa lo fa strumentalmente perché non lo vuole fare. Un dibattito congressuale non è fatto solo di tessere. È fatto di discussione, di ragionamenti. È fatto per affrontare i problemi concreti della Calabria. Ultimo dei quali, il più importante di tutti, è quello della sanità. Queste polemiche, queste aggressioni, i tentativi di creare questo clima di tensione non aiutano a fare il congresso, ma noi lo faremo lo stesso. Perché lo dobbiamo fare, perché ci serve farlo, perché il Partito democratico deve ripartire in Calabria».
Qualcuno si sente offeso dall’essere definito “capo bastone”: cosa risponde a questa obiezione?
«Uno in quella riunione si è alzato con un tono minacciosissimo, e debbo dire che mi sono meravigliato di me stesso che ho mantenuto la calma, perché io il congresso lo voglio fare e, dunque, ho cercato di non cadere in questo tipo di provocazioni. Un altro si è alzato e mi ha strattonato costringendomi ad abbandonare il pulpito dal quale stavo parlando facendo cadere a terra il leggio. Successivamente ho evitato di intervenire per evitare ulteriori tensioni. Ora mi chiedo: che nel passato ci sia stata una compravendita di tessere nel Pd lo può negare qualcuno? Graziano ha detto la verità! E cioè ha detto che, nel Pd calabrese, sul tesseramento c’è stata una certa deriva, oltretutto non facendo riferimento a nessuno. È Nicola Adamo che si è alzato quando io ho sottolineato questo aspetto, non sono stato io ad averlo chiamato in causa».
Ma poi c’è stato il dibattito?
«Grazie a Dio poi c’è stato un dibattito e quindi in parte abbiamo recuperato. E tuttavia non è intervenuta né una donna né un giovane. Noi la gente la spaventiamo. Chi fa queste cose spaventa la gente e impedisce la costruzione di un Pd di persone normali che non vive di politica e che vuole fare politica. E però non si vuole trovare in una rissa. Anche perché l’atteggiamento è stato tipico di chi voleva provocare una rissa. Il mio atteggiamento ha fatto in modo che ciò non succedesse. Allora possiamo affermarlo senza timore di smentita: Stefano Graziano e Italo Reale, insieme a centinaia di compagni, vogliono fare il congresso dove si discuta di politica e non succedano più cose di questo tipo».