Il Cosenza affonda a Monza: poker brianzolo. Ora Zaffaroni traballa
Prestazione deludente dei Lupi che cadono anche in Lombardia. Guarascio contestato dai tifosi, ora la panchina del tecnico è seriamente a rischio
MONZA – Una sconfitta netta, certamente contro una squadra di altro livello, ma arrivata al termine (anzi, all’inizio) di una prestazione che sicuramente non ripaga gli sforzi dei quasi settecento tifosi che hanno affrontato una trasferta infrasettimanale così lontana. Si sono sentiti anche i cori contro Guarascio: il patron, presente allo stadio, senza dubbio vivrà ore di riflessione con Goretti: un punto in cinque match è un ruolino di marcia da retrocessione diretta, ma sabato arriva la Cremonese. Più probabile che sia quella la spada di Damocle sulla testa di Zaffaroni.
Monza-Cosenza: così in campo
Stesso modulo, intenzioni differenti: da una parte Zaffaroni non rinuncia a nessuno dei suoi titolarissimi a eccezione di Caso e Boultam, sostituiti rispettivamente da Millico e Vallocchia, dall’altra Stroppa punta tutto sulla qualità di Machin e D’Alessandro affidandosi, in attacco, al giovanissimo Vignato. Le idee di contropiede dei Lupi si manifestano al 4’, quando sull’asse Situm-Millico si confeziona la prima occasione: il giovane scuola Torino però liscia il tiro. Al 6’ episodio da moviola in area di rigore, con Pereira che intercetta di braccio il cross del croato: il direttore di gara lascia proseguire.
Cosenza travolto nel primo tempo
Il Cosenza, dal canto suo, continua coi suoi atavici problemi sui piazzati, come dimostra il colpo di testa di Donati, completamente solo, su calcio d’angolo: Vigorito salva. È solo il preludio al vantaggio brianzolo che arriva all’11’: D’Alessandro salta Florenzi e crossa, Situm scivola poco prima di marcare Colpani che fa 1-0. Neanche il tempo di mettere il pallone al centro che al 13’ il Cosenza subisce il secondo gol: Millico viene fermato da Donati, regolarmente secondo l’arbitro, e manda Mota Carvalho in porta. Il portoghese fa girare il pallone sul secondo palo ed è 2-0.
Dieci minuti dopo è già tris per i biancorossi: azione personale del solito Mota Carvalho che vince un rimpallo su Tiritiello, uno su Rigione e batte Vigorito. Gli oltre 600 presenti all’UPower Stadium perdono la pazienza e partono i cori contro Guarascio. La reazione dei rossoblù è tutta in un tiro di Millico al 38’ che De Gregorio blocca in serenità. È l’ultima occasione del primo tempo che si chiude sul 3-0 per il Monza.
Cosenza poca cosa anche nel secondo tempo
A inizio ripresa cambiano entrambi i tecnici, dentro Corsi per Situm e dentro Ciurria per Vignato. Dopo qualche minuto di studio il Cosenza trova una buona combinazione sull’asse di destra con Florenzi che non inquadra la porta, poi il Monza riprende il controllo sistematico della gara e sfiora ancora il gol con Ciurria. Il Cosenza non riesce mai a contrastare i brianzoli, che sembrano giocare con un uomo in più. Anche gli ingressi di Anderson e Florenzi non cambiano nulla. Encomiabile il comportamento dei tifosi rossoblù che, nonostante il match sia diventato ormai agonica attesa del triplice fischio, continuano a cantare.
Tifosi del Cosenza eccezionali dal primo all’ultimo minuto. Il gol della bandiera è di Carraro
L’incitamento dei 700 evidentemente fa effetto su Marco Carraro che, al 69’, anticipa l’intervento su Di Gregorio su punizione di Palmiero e fa 3-1. Quella di un possibile rientro in gara è però solo un’illusione, perché non solo il Monza riprende subito il controllo, ma il Cosenza non si rende più pericoloso. Anzi è Vigorito a dover intervenire all’81’ in uscita su Gytkjaer. Forse l’immagine più chiara del momento rossoblù arriva all’87’: due minuti consecutivi di possesso palla in orizzontale, senza mai superare la metà campo, per poi perdere il possesso e innescare quasi il contropiede. E l’ultima parola se la prende proprio Gytkjaer, che segna il 4-1 a tempo scaduto, fra fra i fischi dei tifosi rossoblù e gli applausi dei brianzoli. Contro la Cremonese sarà già decisiva.