martedì,Marzo 19 2024

“Di Marzio racconta Di Marzio”. Quando Gianluca ci parlò del papà Gianni

Era il 2013 e Cosenza Channel intervistò Gianluca Di Marzio per il lancio dell’ebook dell’uomo mercato di Sky. In quel libro ripercorreva la vita di suo padre Gianni attraverso mille racconti di un calcio affascinante che non c’è più

“Di Marzio racconta Di Marzio”. Quando Gianluca ci parlò del papà Gianni

Era il 2013 e Cosenza Channel intervistò Gianluca Di Marzio per il lancio dell’ebook dell’uomo mercato di Sky. In quel libro ripercorreva la vita di suo padre Gianni attraverso mille racconti di un calcio affascinante che non c’è più. Nel 1994, per esempio, andò a vedere un Bologna-Carrarese, campionato di C1. A distanza di quasi nove anni e in un giorno particolare, riproponiamo quella significativa chiacchierata.

Nel 1994, per esempio, andò a vedere un Bologna-Carrarese, campionato di C1. Finì tre a zero e tra i giocatori di Ulivieri c’era un attaccante chiamato Palmieri che non segnava praticamente mai, eppure il suo contributo colpì comunque i radar dimarziani. Appena uscito dallo stadio, chiamò così il suo procuratore, Tullio Tinti. “Ma questo Palmieri è proprio un morto, non fa gol nemmeno a porta vuota! Mi sa che ti conviene mandarlo in C2…”. Tinti capì, non era scemo. “Gianni, ma mica lo vorresti tu?”, domandò ironicamente. “Ma figurati, io ho Marulla e Negri, non saprei che farmene…”, e lo portò a Cosenza pochi mesi dopo. Senza spendere un centesimo. L’importante, insomma, era raggiungere l’obiettivo...

Il libro con cui Gianluca Di Marzio racconta il padre Gianni è un vulcano in eruzione, una pioggia di aneddoti a cui è impossibile restare impassibili. Una sorta di manifesto contro il calcio moderno dipinto con una carrellata di episodi vissuti da uomo che ha legato indissolubilmente la sua vita alla sfera di cuoio. Da domani sarà disponibile per tutti gli sportivi l’e-book di “Di Marzio racconta Di Marzio“, Cosenza Channel ha intervistato l’autore, l’uomo mercato più famoso della tv all’esordio letterario. «Non avrei mai pensato di scrivere un libro – spiega – Poi però vedendo sempre meno mio padre per via del lavoro e scrutandolo spesso nel suo studio a catalogare articoli di giornale e vecchie foto, sa com’è…».

Si è accesa la lampadina…
«Sì, esatto. Quando l’ho informato della cosa, mi ha dato carta bianca dicendomi di fare tutto io. Allora ho deciso di romanzare i racconti degli altri, dei suoi amici».

Che effetto hanno sortito?
«Si è emozionato, specialmente nel ricordare dei momenti della sua vita ormai dimenticati».

Sfruttando il tempo di un lampo, come lo descriverebbe?
«E’ dura… Però credo che quella volta a Catania possa fare al caso nostro».

Prego.
«Al Cibali durante le partite mi mettevo sempre vicino a lui in panchina. Un giorno lo informai di un risultato proveniente da un altro campo credendo di fargli cosa gradita. Mi ripagò con un ceffone davanti a 30mila spettatori. La sua era pura scaramanzia ed io avevo infranto sacri rituali della domenica. I fotografi non immortalarono il momento, ma al giorno d’oggi saremmo finiti su Youtube o sulla prima pagina della Gazzetta».

Sembra che parli di cent’anni fa.
«Era semplicemente un’altra epoca, l’epoca in cui al San Vito , a Cosenza, c’erano 1500 persone agli allenamenti del martedì. Se mio padre diceva che il pareggio in trasferta era stato positivo e la gente mugugnava, una volta in campo sbraitava contro i calciatori per non aver conquistato la vittoria. Qualcosa di fantastico».

Che rapporto aveva con la squadra?
«Molti mi dissero che furono invitati a cena da un allenatore per la prima volta proprio da lui. Il giovedì chiamava a raccolta gli elementi più rappresentativi ed aveva un feeling incredibile con i tifosi».

Lei nell’ascoltare così tanti ricordi non si è commosso neanche un po’?
«Sì, specialmente nel racconto iniziale del libro, quando scrivo dell’episodio dell’incidente stradale. Rischiò di morire e lo stesso fece mia madre che mi aveva in grembo. Allenava il Brindisi ed era in vetta alla classifica, ma venne esonerato in clinica perché il presidente voleva che andasse ugualmente in panchina. In Puglia ancora se ne parla, anche perché la squadra poi rischiò la retrocessione. In quell’occasione un problema al nervo dell’occhio lo condizionò parecchio, tanto che qualcuno in seguito disse (cosa non vera) che aveva un occhio di vetro».

Perché un e-book?
“Ho voluto privilegiare il pubblico di internet che mi segue tantissimo partendo da una prima edizione telematica. Il costo non è nemmeno di tre euro e sosterrà la Fondazione Borgonovo. Se dovesse andare bene, pubblicizzeremo nelle varie città una versione cartacea: il materiale da cui attingere è immenso».

Ma un nuovo Gianni Di Marzio c’è in giro?
«Sì, è Antonio Conte. Lo rispecchia abbastanza bene con il carattere che si ritrova: litiga con tutti, non sta mai fermo, non usa diplomazia con la società, dice le cose in faccia e ha fame di vittoria».