giovedì,Marzo 28 2024

Cosenza, Caruso: «Mai chiesto il licenziamento di Ciglio. Quelle parole non sono frutto dei bambini»

Il sindaco: «Via Roma andava riaperta come promesso. Le polemiche? Sono sempre a favore del dissenso, ma non accetterò mai ingiurie e mortificazioni. Peggio se arrivano da chi dovrebbe educare al rispetto delle diversità»

Cosenza, Caruso: «Mai chiesto il licenziamento di Ciglio. Quelle parole non sono frutto dei bambini»

Il sindaco Franz Caruso, prendendo la parola in Consiglio comunale durante il dibattito sull’approvazione del bilancio consuntivo 2020, è tornato sulla vicenda relativa alla riapertura di via Roma puntualizzando il suo punto di vista. «Io non ho richiesto il licenziamento di chicchessia – ha tuonato -. Sospensione o rimozione non significa perdita di lavoro, cosa che non compete a me peraltro. Io nella mia attività professionale chiedo sempre, nella fattispecie ad un giudice un’assoluzione, allo stesso modo anche in questa situazione ho chiesto qualcosa»

«Ringrazio i consiglieri che hanno espresso solidarietà al sottoscritto – aggiunge -. Non si poteva subordinare la riapertura dell’arteria a un piano urbano di trasporti che ritengo abbia tempi differenti e dilatati. Via Roma andava aperta e mi sorprende chi dice: “una cosa è parlare durante la campagna elettorale, un’altra poi l’amministrazione”. Io non ragiono così».

L’incontro tra Caruso e Ciglio

Franz Caruso, poi, svela il retroscena di un incontro avuto con il dirigente del “Plastina-Pizzuti” Massimo Ciglio durante un sopralluogo di qualche tempo fa. «Ci siamo visti casualmente – racconta – e ci siamo confrontati durante. Gli dissi in quella circostanza che avremmo dato seguito a quanto spiegato agli elettori prima della mia elezione, aggiungendo che avremmo reso migliore quella scuola. Come? Ridando la possibilità ai bambini di godere di una palestra inagibile dal 2018».

La questione dissenso

Il sindaco poi risponde a quanti gli imputano di non aver tollerato il dissenso. «Non è così – chiude – Sono sempre a favore del dissenso, ma non accetterò mai ingiurie e mortificazioni per chi siede nel pubblico consenso. Se l’offesa, inoltre, arriva da chi dovrebbe crescere i bambini nel rispetto delle diversità è ancora più grave. Oggi sono arrivati nei confronti di un uomo, ma potevano essere rivolti ad una donna o ad una persona disabile. Quelle frasi non sono frutto di un bimbo, chi sostiene o sobilla queste cose lo fa in modo aggravato».

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