venerdì,Febbraio 14 2025

Valle dell’Esaro, dai pedinamenti al caso Presta: ecco gli ultimi sviluppi

Nuova udienza del processo sul presunto narcotraffico nei comuni adiacenti a Roggiano Gravina. Tiene banco lo stato di salute del presunto promotore dell'associazione a delinquere che in carcere a Bari non sarebbe curato adeguatamente, come sostengono i difensori

Valle dell’Esaro, dai pedinamenti al caso Presta: ecco gli ultimi sviluppi

Ultima udienza prima delle festività pasquali per il processo “Valle dell’Esaro“, ritornato al centro dell’attività dibattimentale del tribunale collegiale di Cosenza, per l’escussione di tre testimoni – due di polizia giudiziaria e un collaboratore di giustizia – chiamati in aula dal pubblico ministero della Dda di Catanzaro, Alessandro Riello.

Processo Valle dell’Esaro, tiene banco il caso di Antonio Presta

Prima di entrare nel vivo della seduta processuale, la pubblica accusa ha reso noto il parere circa la richiesta di modifica della misura cautelare nei confronti di Antonio Presta, attualmente in carcere a Bari, e ritenuto dai magistrati, coordinati dal procuratore capo Nicola Gratteri, il promotore e ideatore della presunta associazione a delinquere dedita al narcotraffico con base operativa a Roggiano Gravina.

Secondo i legali di fiducia, Franco Locco e Lucio Esbardo, considerata l’esistenza di una perizia di parte, il detenuto Antonio Presta, non sarebbe curato adeguatamente nella struttura penitenziaria pugliese, ed è per questo motivo che avevano avanzato l’istanza di scarcerazione con l’applicazione degli arresti domiciliari mediante l’utilizzo del braccialetto elettronico.

Caso Presta, il provvedimento emesso dal tribunale di Cosenza

Sul punto, il pm Riello ha sostenuto che Antonio Presta, visto il suo stato di salute, non sarebbe incompatibile con il regime carcerario, ma deve essere curato nel miglior modo. Nel corso dell’intervento, il magistrato ha sollecitato il tribunale collegiale di Cosenza ad avviare un’interlocuzione con il Dap (Dipartimento amministrativo penitenziario) affinché al detenuto sia garantita la terapia adeguata.

Il presidente del collegio, Carmen Ciarcia, d’intesa con gli altri giudici Urania Granata e Francesca Familiari, ha rilevato che l’amministrazione penitenziaria barese non ha provveduto a fornire ulteriori dettagli sulla vicenda, ritardando a sottoscrivere una relazione sulle condizioni di salute del detenuto e sulle terapie dallo stesso seguite. La richiesta della difesa è stata rigettata, ma il caso rimane ancora aperto.

Il tribunale di Cosenza, oltre ad evidenziare il richiamo all’art. 32 della Costituzione, in quanto il carcere di Bari risulterebbe inadempiente, ha ritenuto necessario coinvolgere il provveditorato regionale agli Affari penitenziari della Puglia, «affinché assegni, senza indugio, il detenuto Antonio Presta a una struttura idonea a seguire le indicazioni terapeutiche e di cure necessarie alla tutela della sua salute», sollecitando, in conclusione, «la Direzione della Casa circondariale di Bari a predisporre la relazione già più volte richiesta».

Processo “Valle dell’Esaro”, il dibattimento dell’udienza del 31 marzo 2022

Nel corso dell’istruttoria, il pm Riello ha sentito i testi di polizia giudiziaria, Saturno e Amodio, che hanno riferito sulle attività svolte per conto della Squadra Mobile di Cosenza, delegata ad indagare sul presunto narcotraffico nella Valle dell’Esaro. Circostanze, quelle riferite dagli agenti, che sono state in parte contestate dagli avvocati, come nel caso del penalista Luca Acciardi, difensore di Costantino Scorza, citato da uno degli operanti quale appartenente a un sodalizio criminale, quando da un punto di vista giuridico non è mai stato condannato per associazione mafiosa.

Dopo una pausa tecnica, è stata la volta dell’ex capo clan di “Rango-zingari”, Franco Bruzzese, pentitosi il 26 febbraio del 2016. Il collaboratore di giustizia non ha aggiunto nulla al racconto accusatorio, in quanto non conosceva nessuno degli imputati, considerato anche che le contestazioni più gravi partono dall’anno 2017. A tal proposito, l’avvocato Franco Locco, in via preliminare, aveva chiesto di non ascoltarlo vista la mancata rilevanza della sua testimonianza. Saltata infine l’escussione di Angelo Colosso, mentre nella prossima udienza saranno sentiti i pentiti Adolfo Foggetti, Daniele Lamanna e Luciano Impieri.

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