Il Golfo di Corigliano-Rossano tra le aree di interesse del Forum internazionale per il Mediterraneo
Il progetto coinvolge la Giordania, il Libano e la Tunisia e mira a individuare le buone pratiche eco-sostenibili. A Sibari due giorni di approfondimento
Presentazione del Forum internazionale per il Mediterraneo e l’individuazione di buone pratiche eco-sostenibili. Il Golfo di Corigliano-Rossano è stato prescelto nell’ambito del “Forum per la gestione ecosistemica integrata” promosso dal progetto di partenariato Med4Ebm, di cui è partner l’associazione Amici della Terra onlus e si estende alla Giordania, libano, Tunisia e Italia. L’organizzazione avrà sede presso le Riserve naturali del Lago di Tarsia e della Foce del fiume Crati.
La programmazione è nella fase iniziale, si auspica che alla fine del progetto l’intera organizzazione possa individuare fondi di finanziamento per meglio monitorare il territorio. Importante si rivela il ruolo di Arpacal per il reperimento di dati scientifici, utili alla elaborazione degli stessi per pervenire ad adeguate soluzioni. Coinvolto anche l’Ente Parco del Pollino in relazione ai condizionamenti della montagna e le eventuali contaminazioni riversate a valle. Insomma al centro dell’osservatorio: la natura, la fauna, la flora, tutto ciò che ruota attorno al contesto ambientale.
Due giorni a Sibari di presentazione e approfondimento del progetto. Gli appuntamenti si sono tenuti nei giorni scorsi ed hanno fatto registrare alti livelli di partecipazione. Sono intervenuti: Monica Tommasi, presidente Amici della Terra Italia; Gianni Papasso, sindaco di Cassano; Agostino Brusco, direttore delle Riserve naturali regionali Lago di Tarsia e Foce del fiume Crati; Domenico Pappaterra, direttore generale Arpa Calabria e presidente del Parco Nazionale del Pollino; Tommaso Franci, membro della direzione nazionale dell’associazione; Irene Morell Rodriguez, senior expert ambiente e climate change (Joint Technical Secretariat Programma Eni Cbc Med); Maria Luisa Losavio, governance nazionale Programma Eni Cbc Med (Regione Puglia); Rana Saleh, vice capo del settore Cambiamento climatico e Drr (Undp Giordania).
La prima sessione è stata dedicata alla presentazione delle esperienze di applicazioni Ebm (Ecosystem based management), coordinata da Manrico Benelli, Ebm team progetto Med4Ebm per gli Amici della Terra onlus. Tra gli intervenuti: Luigi Enrico Cipriani, direzione Difesa del suolo e Protezione civile, settore Tutela acqua, territorio e costa della Regione Toscana; Giuliano Trentini, vicepresidente del Centro italiano per la riqualificazione fluviale, e Marco Falcetta, coordinatore metodologico Ebm Progetto Med4Ebm – Proges.
La secondo giornata, invece, si è aperta con la presentazione della soluzione applicativa Ebm per la gestione integrata del Golfo di Corigliano. La relazione è stata elaborata da Manrico Benelli, Team Ebm progetto Med4Ebm, da Edoardo Scelpi, Ebm expert Med4Ebm, e Matteo Onori, Db&Gis expert Med4Ebm. Identificati i due filoni di intervento che distinguono l’intera area d’interesse che riguarda il Golfo di Corigliano-Rossano sotto il profilo economico, ossia, l’agricoltura e il turismo.
L’obiettivo «è quello di passare ad un sistema che ci permetta di arrivare a un livello multidimensionale degli indicatori, sui quali sia possibile mantenere un’alimentazione agile e costante». Benelli si è poi soffermato sull’analisi causa-effetto. «Nel caso dell’agricoltura, questo comporterebbe lo studio fra l’altro della qualità delle acque e del sovrasfruttamento delle falde; mentre nel caso del turismo l’approfondimento degli effetti su habitat e specie e sulla qualità sanitaria (acque di balneazione)».
Michelangelo Iannone, direttore scientifico Arpacal Calabria, ha posto l’attenzione sul concetto di “dati reali”, e con riferimento all’uso dei pesticidi, in particolar modo sui nitrati ha «ricordato quanto sia importante l’analisi della depurazione nelle aree di interesse. Dobbiamo fotografare lo stato dell’ambiente e tentare di capire quando qualcosa devia».
Per il professore Emilio Sperone, Unical DiBESt, l’area Jonica e la foce del Crati «sono un elemento cruciale per la biodiversità nel Mediterraneo. Convivono due specie di “cavalluccio marino”, caso rarissimo insieme al Portogallo». Paola Rizzuto, Contratto di Fiume Crati, ha invitato i partecipanti a «riflettere sulla necessità di individuare un paradigma di tutela per le aree costiere. Trovare un punto di equilibrio fra le politiche di tutela e le politiche di sfruttamento di queste zone».
Francesco Nocera, Agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese, ha ricordato «come la Piana di Sibari sia l’area più votata all’agricoltura di tutta la regione. Si tratta di un’agricoltura intensiva e a basso impatto ambientale poiché sono produzioni biologiche o integrate, quindi sane e di qualità». Giovanni Misasi, Ordine nazionale dei biologi, ha posto invece l’attenzione «sulla tutela della risorsa dell’acqua e sul discorso dei nitrati, invitando a concentrarsi su quello che realmente c’è da fare sui territori».