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Cosenza, donna accoltellata in piazza Valdesi: 56enne agli arresti domiciliari

Il gip Santese concorda con la procura sulla qualificazione giuridica del fatto in tentato omicidio aggravato dalla premeditazione. Ma la difesa presenta documenti che attesterebbero problemi di natura psichiatrica dell'indagato

Cosenza, donna accoltellata in piazza Valdesi: 56enne agli arresti domiciliari

Finisce gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico Domenico Tenuta, 56enne cosentino, accusato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, a seguito dell’accoltellamento commesso ai danni di una donna 70enne, in piazza Valdesi a Cosenza, il 24 maggio scorso.

Il provvedimento è stato emesso e firmato nella giornata del 26 maggio 2022, dal giudice delle indagini preliminari Piero Santese, al termine dell’udienza di convalida, nel corso della quale sono emersi i fatti contestati all’indagato (da ritenere innocente fino a sentenza irrevocabile di condanna), sulla base delle risultanze investigative condotte dagli agenti della Questura di Cosenza, intervenuti sul posto. Preliminarmente v’è da dire che il gip Santese ha concordato con la procura di Cosenza, rappresentata dal pm Domenico Frascino, sulla qualificazione giuridica del fatto in tentato omicidio aggravato dalla premeditazione. Aggravante contestata perché l’indagato il giorno prima di incontrare la vittima aveva comprato un coltello, come confermato dal titolare dell’esercizio commerciale ai poliziotti cosentini.

Donna accoltellata in piazza Valdesi, la ricostruzione del fatto

Il gip Santese, nell’ordinanza di convalida, ha ricostruito le fasi delittuose, riportando l’orario dell’accoltellamento intorno alle 10.40, mentre l’indagato è stato rintracciato dagli agenti di Polizia a Mongrassano, verso le 11.30 in boxer e con le macchie ematiche in diverse parti del corpo nonché in alcune zone dell’auto, usata per fuggire da piazza Valdesi verso l’azienda di famiglia.

La Squadra Volante della Questura di Cosenza era giunta sul posto poco dopo l’accoltellamento, trovando la donna seduta su una panchina antistante la gelateria “Zorro”, che perdeva sangue dal braccio sinistro, mentre un uomo cercava di tamponare la ferita utilizzando la propria camicia. Una volta giunti i sanitari del 118, la vittima è stata stabilizzata e portata in Pronto soccorso per le cure del caso. In ospedale, la signora aveva riferito agli agenti di Polizia di aver avuto in precedenza una relazione con l’indagato di 56 anni, riferendo inoltre «che era da dieci anni che la perseguitava». Relazione confermata anche dal figlio della donna, giunto sul luogo del delitto, per soccorrere la madre. L’accoltellamento è avvenuto all’interno dell’auto della donna, che si trovava sul lato conducente, mentre l’uomo era dal lato passeggero.

Donna accoltellata in piazza Valdesi a Cosenza, le richieste di aiuto della vittima

Subito dopo aver subito l’aggressione fisica con un’arma da taglio, la donna ha chiesto aiuto ai passanti. E il primo a precipitarsi è stato un uomo che passeggiava in prossimità di piazza Valdesi. Al testimone la vittima «gli aveva riferito che l’uomo che l’aveva accoltellata la perseguitava da anni». Tenuta, tuttavia, una volta intercettato dagli agenti della Volante, ha ammesso le sue responsabilità, ma era in evidente stato di agitazione. Ed è stato proprio lui, secondo quanto hanno annotato i poliziotti, a riferire di aver comprato il giorno prima il coltello utilizzato per ferire la donna.

Donna accoltellata in piazza Valdesi a Cosenza, la denuncia della vittima

Dopo la stabilizzazione da un punto di vista clinico, gli agenti hanno raccolto la denuncia della persona offesa, acquisendo la documentazione sanitaria. Nel caso di specie, la donna ha riferito di essersi presentata all’appuntamento concordato «telefonicamente con Tenuta nella mattinata, e che quest’ultimo, appena l’aveva vista arrivare, si era avvicinata alla sua auto con uno sguardo minaccioso e feroce». Dal raccolto della vittima emerge come l’indagato abbia impedito alla donna di scendere dell’auto, avventandosi contro di lei ed impugnando un coltello avente una lama di colore scuro. L’uomo ha inferto i colpi agli arti superiori, vuoi anche per il fatto che durante la colluttazione la donna ha cercato in tutti i modi di difendersi, evitando di farsi accoltellare nelle zone in cui sono presenti gli organi vitali. L’azione dell’uomo sarebbe durata 2-3 minuti.

Tuttavia, la donna ha anche dato un possibile movente, ovvero che «Tenuta avrebbe voluto che lei si prendesse cura di lui, sacrificando la sua vita», si legge nel provvedimento. Ma questo la donna non poteva accettarlo, e ha evidenziato come nel 2015 avesse denunciato l’uomo per le richieste di danaro nonché per le minacce e le continue telefonate con toni offensivi.

Donna accoltellata in piazza Valdesi a Cosenza, cosa ha depositato la difesa dell’indagato

Nel provvedimento di convalida e di applicazione della misura cautelare, il gip Santese ha dato altresì atto che la difesa di Domenico Tenuta, assistito dall’avvocato Ferruccio Mariani del foro di Cosenza, ha prodotto «una copiosa documentazione medica da cui si evince la sussistenza, in capo all’indagato, di risalenti patologie psichiatriche, per cui lo stesso è tuttora in cura presso una struttura sanitaria pubblica». Secondo il gip Santese «siffatta emergenza documentale, se da un lato rende necessario un approfondimento in ordine alla sussistenza di un eventuale vizio totale o parziale di mente al momento della commissione del fatto di reato, non è tuttavia ex se sufficiente per consentire di affermare, allo stato, che Tenuta fosse inimputabile al momento della commissione del fatto in esame».

Il gip quindi, valutando la necessità di applicare comunque le esigenze cautelari, ha ritenuto non congrua la misura cautelare della custodia in carcere, in quanto la situazione clinica dell’indagato potrebbe peggiorare, ma ha applicato i domiciliari con il braccialetto elettronico, cosicché il 56enne cosentino possa essere assistito dalle uniche due persone autorizzate ad avere contatti con Tenuta. Che rischia di tornare in carcere, dove rimarrà fino alla disponibilità dello strumento di controllo, qualora violasse le prescrizioni riportate nel provvedimento.

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