Non solo Remo Florio, Stefano Marigliano e Pino Munno si sono visti modificare la misura cautelare da parte del Riessame di Catanzaro, ma anche un altro indagato, accusato questa volta di associazione a delinquere dedita al narcotraffico. Parliamo della posizione di Fabrizio Fuoco, finito in carcere nel blitz del 1 settembre 2022 e scarcerato dal Tdl su richiesta dell’avvocato Cristian Cristiano, il quale in udienza aveva evidenziato la fragilità del castello accusatorio della Dda di Catanzaro che riteneva come Fuoco fosse in procinto di fare il “salto” da pusher a partecipe dell’associazione organizzata e diretta dalla famiglia Abbruzzese, operante in via Popilia.

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Fabrizio Fuoco infatti si trovava in carcere a causa di due intercettazioni in cui parlerebbero, a dire dell’accusa, Luigi Abbruzzese, Claudio Alushi e Antonio Marotta, alias “Capiceddra” e un’altra persona. Ma nelle conversazioni non emergeva mai la voce dell’odierno indagato che, quindi, esce dal carcere e torna a piede libero. Caduta dunque la gravità indiziaria.