Acquappesa, studenti dell’Istituto Tecnico per il Turismo trasferiti: scatta la protesta
Il provvedimento temporaneo si è reso necessario dopo che l'edificio ha subito forti danni durante l'ultima mareggiata ed è stato chiuso
Gli alunni dell’Istituto Tecnico per il Turismo di Intavolata, frazione marina di Acquappesa, stanno protestando da alcune ore insieme ai loro genitori per chiedere una scuola sicura e la garanzia delle lezioni nelle ore mattutine. Due giorni fa, con una circolare, il preside ha autorizzato le lezioni a partire dalle 14 nella sede centrale del plesso “Lopiano”, che sorge a Cetraro. Il provvedimento, che è temporaneo, si è reso necessario dopo che l’istituto di Acquappesa ha subito forti danni durante l’ultima mareggiata ed è stato chiuso. Ma le modifiche starebbero provocando grossi disagi agli alunni e alle loro famiglie.
I pendolari avrebbero grosse difficoltà a far combaciare gli orari; sarebbero costretti ad arrivare sul posto in netto anticipo rispetto all’inizio delle lezioni e a rimanere poi in strada a lungo, in attesa dei treni o dei pullman che li riportano a casa. La struttura già da tempo è sottoposta a controlli (almeno quattro anni, riferiscono alcuni genitori) e di recente ha anche subito dei lavori di ristrutturazione, ma venerdì scorso la furia del mare ha buttato giù un muro paraonde, causando danni anche a una piastra di calpestio.
Cosa è accaduto
Dopo i controlli di due ingegneri inviati dalla Provincia di Cosenza, competente sugli edifici di istruzione superiore, la struttura è stata chiusa, in attesa di quantificare i danni. Al preside Graziano Di Pasqua è rimasta l’incombenza di trovare una soluzione temporanea, il più in fretta possibile. Così, ha deciso che i ragazzi saranno ospitati per un periodo nella sede centrale del plesso scolastico Lo Piano, che si trova invece a Cetraro. La campanella suonerà alle 14 per non interferire con le lezioni degli altri studenti.
Il problema è che gli alunni pendolari hanno difficoltà a far combaciare gli orari. Alcuni devono arrivare sul posto in netto anticipo e rimanerci anche molto tempo dopo la fine delle lezioni, cioè quando è già sera. «In questo modo non avremo più vita sociale», lamenta una studentessa. La preoccupazione dei genitori, invece, è che i propri figli possano rimanere in balìa del freddo e del maltempo delle prossime settimane. «Sono anni che ci prendono in giro», dice il papà di un alunno, secondo cui i problemi di sicurezza dell’istituto si sarebbero palesati ancora prima della pandemia.
Perché si manifesta
Tra le persone venute a sostenere la protesta, c’è Carmine Lombardo, cittadino di Bonifati, che si è diplomato proprio in questo istituto nel 2004. «Questa scuola va salvata – ha detto -, è molto importante per tutto il territorio. Già in passato è stato chiuso il corso serale ed è stato un peccato, perché tante persone hanno perso l’occasione di proseguire gli studi. Quell’anno ci diplomammo in sei, dopo che molti si erano ritirati, proprio per non lasciarla morire».
Al fianco di genitori e alunni c’è anche Stefania Bianco, responsabile dell’istituto da otto anni. «Ringraziamo il dirigente Graziano di Pasqua per aver trovato questa soluzione, ma chiediamo alle autorità competenti di poter realizzare il diritto agli studenti di questi ragazzi, che meritano tanto, come le loro famiglie. Chiediamo che i ragazzi possano seguire le lezioni di mattina, come sancisce la Costituzione, come fanno tutti gli altri ragazzi in Calabria e in Italia. Non chiedono null’altro».
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