Turboli: «Incontrai Porcaro in carcere, parlammo del mio debito di droga»
Il pentito di Cosenza racconta cosa avvenne all'interno della casa circondariale dopo gli arresti di "Testa di Serpente"
I racconti del pentito Danilo Turboli nella maggior parte dei casi riguardano il suo rapporto con Roberto Porcaro, presunto boss di Cosenza. Il collaboratore di giustizia infatti era uno degli uomini di fiducia del presunto esponente del clan “Lanzino” di Cosenza, essendo colui il quale che doveva compiere atti intimidatori a scopo estorsivo. Ma Turboli, per come riferito alla Dda di Catanzaro, aveva anche un presunto debito di droga con Porcaro. I due ne avrebbero parlato in carcere.
Debito di droga con Porcaro, parla Turboli
«Con riferimento all’attività di spaccio da me gestita assieme a Roberto Porcaro, voglio riferire anche che, quando entrambi fummo arrestati il 13 dicembre del 2019», nell’ambito dell’operazione “Testa di Serpente”, «io avevo un debito nei confronti di Porcaro di 11.200 euro relativo a precedenti partite di droga che avevo acquistato da lui. Durante il periodo di comune detenzione presso il carcere di Cosenza, ricordo che il giorno di Natale 2019, occasione in cui Porcaro era uscito dall’isolamento e trasferito nella sezione ubicata al piano terra del penitenziario, ci siamo incontrati mentre Porcaro era ai passeggi in quanto lo stesso Porcaro mi aveva mandato a chiamare da un altro detenuto».
«In queste circostanze Porcaro mi disse che il denaro che gli dovevo, avrei dovuto gestirlo a modo mio e che, una volta uscito dal carcere, avremmo provveduto a recuperarlo insieme. La ragione per la quale Porcaro mi offrì questa possibilità dipendeva dal fatto che avevo acquistato da lui la sostanza stupefacente, che originava il mio debito di 11.200 euro, pochi giorni prima dell’arresto, nella convinzione del fatto che, ormai, laddove l’operazione ci fosse stata, sarebbe stata effettuata dopo Natale».