Cosenza, il Questore Spina consegna l’olio di Capaci ai Vescovi della provincia
E' tratto dagli ulivi che portano il nome dei martiri delle stragi di Capaci e di Via d'Amelio. Presenti tutti e cinque i Presuli
L’olio prodotto da Quarto Savona 15, l’associazione che porta il nome della sigla radio dell’auto di scorta del giudice Giovanni Falcone, animata da Tina Montinaro e che cura un giardino coltivato anche a piante di ulivo in prossimità dello svincolo autostradale di Capaci dove il 23 maggio 1992 si consumò l’attentato al magistrato palermitano, è giunto a Cosenza dove il Questore Michele Maria Spina lo ha simbolicamente consegnato ai vescovi delle cinque Diocesi della provincia bruzia nel corso di una solenne cerimonia ospitata nella sede di Via Palatucci.
Quest’olio è tratto dagli ulivi che portano il nome dei martiri delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio e quindi i Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e dei loro agenti di scorta Rocco Dicillo, Emanuela Loi, Vito Schifani, Agostino Catalano, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli. Introdotta dall’inno di Mameli eseguito al pano dal maestro Andrea Bauleo e cantato dal tenore Stefano Tanzillo, alla manifestazione hanno partecipato l’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano Giovanni Checchinato, il vescovo di Cassano Francesco Savino, il vescovo di Rossano-Cariati Giuseppe Aloise, l’eparca di Lungro Donato Oliverio e, per la diocesi di San Marco-Scalea, Don Antonio Fasano, canonico del Capitolo Cattedrale.
Le ampolle contenenti l’olio di Capaci verrà consacrato nel Giovedì Santo durante la messa del Crisma, per essere utilizzato insieme all’olio dei catecumeni nei battesimi. «Una bellissima iniziativa di sussidiarietà, che ci aiuta a fare memoria – ha commentato monsignor Savino, che ricopre anche la carica di vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana – Senza memoria non c’è né presente, né futuro. Diciamo di no con forza ad ogni potere malavitoso e questo olio, che a noi servirà per la celebrazione dei sacramenti per tutto l’anno, ci porta a riflettere sulla necessità di ungere la storia, con la nostra testimonianza».
«L’olio frutto della terra bagnata dal sangue dei martiri della giustizia – ha detto il questore Michele Maria Spina – potrà così assurgere a simbolo di redenzione, diventando segno per tutti, cattolici e non, dell’autenticità e profondità del sentimento etico e religioso. La presenza di tutti i presuli della provincia di Cosenza in questura – ha sottolineato ancora – è il segno della vicinanza del mondo spirituale e religioso all’etica che contraddistingue il lavoro della polizia».