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Ariosto Artese e Giuseppe Bartucci ottengono un provvedimento favorevole dalla Corte di Cassazione. Gli ermellini, sesta sezione penale, hanno annullato le due ordinanza cautelari del Riesame di Catanzaro, disponendo un nuovo giudizio per entrambi.
Artese, difeso dagli avvocati Luca Acciardi e dal prof. Alessandro Diddi, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. L’imprenditore, operante nel settore dei call center, è anche vittima del presunto clan degli “zingari” di via Popilia. Insomma, una vicenda alquanto equivoca che la Cassazione, ascoltando le ragioni degli avvocati Acciardi e Diddi, intende approfondire con un secondo provvedimento del Riesame di Catanzaro.
Bartucci, invece, risponde di associazione mafiosa. In questo caso la Dda di Catanzaro ritiene che l’imprenditore sia uno degli “uomini di fiducia” di Mario “Renato” Piromallo, a sua volta soggetto vicino al boss Francesco Patitucci, presunto capo della confederazione mafiosa cosentina. Pure per Bartucci il ricorso, presentato dagli avvocati Luca Acciardi e Nicola Carratelli, è andato a buon fine. Ora il Riesame dovrà rivalutare gli elementi indiziari e giungere a una nuova conclusione al fine di inquadrare nel modo più corretto le condotte di Ariosto Artese e Giuseppe Bartucci.