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Si è svolta oggi, giovedì 11 maggio 2023, l’udienza relativa alla presunta tentata estorsione mafiosa ai danni della ditta che nel 2017 eseguì i lavori di ristrutturazione all’ospedale “Annunziata” di Cosenza. Il pubblico ministero della Dda di Catanzaro Corrado Cubbellotti ha sentito tre testimoni, tra cui l’ex presidente della provincia di Vibo Valentia, Giuseppe De Nisi, in qualità di direttore tecnico dei lavori. Ascoltati anche un operaio della ditta e il responsabile della stessa, ovvero una società di Vibo Valentia. Di questo reato, aggravato dall’ex articolo sette, rispondono Gianfranco Sganga, Emanuele Apuzzo (giudicato con il rito abbreviato) e Pietro Mazzei, il primo in qualità di mandante e gli altri in due qualità di esecutori della presunta richiesta estorsiva.
De Nisi, sentito dal pm della Dda di Catanzaro, ha riferito di aver sporto denuncia ai carabinieri della compagnia di Cosenza, con i quali ha parlato in due circostanze, raccontando ciò che gli aveva detto l’operaio che quel giorni si trovava nel cantiere. L’operaio ha sostanzialmente confermato le dichiarazioni rese nella fase delle indagini preliminari, anche quelle secondo le quali non sarebbe riuscito a ricordare la fisionomia delle persone che avrebbero avanzato la presunta richiesta mafiosa. Gli incontri sarebbero stati due, nel corso dei quali la ditta si sarebbe dovuta “mettere a posto“, con il pagamento del 20% della somma totale, ovvero 7.500, che il responsabile della ditta avrebbe anche preparato al fine di consegnarla agli imputati. Cosa che non avvenne. «Il tono delle richieste non era né violento né pacato, era una conversazione tra persone che non si conoscevano, ma la richiesta era di tipo estorsivo» ha detto l’ultimo testimone.
Gli avvocati Ernesto Gallo e Maurizio Nucci, nel controesame, hanno evidenziato comunque che non vi fu alcun atto intimidatorio sul cantiere né altri incontri delle persone accusate con i dirigenti della ditta. Nel collegio difensivo del processo “Overture”, figurano anche gli avvocati Filippo Cinnante, Gianpiero Calabrese, Antonio Ingrosso, Antonio Quintieri, Francesco Chiaia, Cesare Badolato, Antonio Gerace, Pierluigi Pugliese, Andrea Sarro e Giovanni Cadavero.