Il cerimoniale di ‘ndrangheta in carcere tra Michele Di Puppo, La Rosa e Zappia
Il pentito reggino parla delle doti assegnate dietro le sbarre dall'esponente del clan "Lanzino" di Cosenza
“Affari di Famiglia“, come “Reset“, raggiunge livelli di conoscenza extra-territoriale che, da un punto di vista ‘ndranghetistico, ci danno la “cifra” del potere criminale di alcuni soggetti in provincia di Cosenza. Se nell’inchiesta sbocciata il 1 settembre 2022, i magistrati antimafia avevano posto l’accento sulla presunta confederazione mafiosa cosentina, che sarebbe capeggiata dal boss di Cosenza Francesco Patitucci, nell’indagine contro la presunta associazione mafiosa operante tra San Lucido e Paola, i pm coordinati dal procuratore capo Nicola Gratteri, hanno evidenziato la capacità di Giuseppe La Rosa di interessarsi a varie attività illecite nella sua zona. Di lui ne parla anche il collaboratore di giustizia Diego Zappia, durante l’interrogatorio svoltosi il 22 febbraio 2019.
Il cerimoniale di ‘ndrangheta in carcere
Il 38enne originario di Oppido Mamertina, comune in provincia di Reggio Calabria, ha riferito d aver conosciuto «in carcere a Siracusa Giuseppe La Rosa appartenente all’omonima cosca di Paola, confederata con i Lanzino di Cosenza e appunto Michele Di Puppo esponente del clan Lanzino». Zappia poi ha aggiunto che «l’incontro tra Antonio Altomura e Di Puppo era avvenuto nel carcere di Catanzaro o Siracusa. Lo stesso fu destinatario della dote dello “sgarro” e della “santa“, conferitemi nella medesima circostanza durante l’ora d’aria ed erano presenti allo svolgimento Di Puppo, Capomolla e La Rosa. La formula del cerimoniale veniva recitata da Di Puppo. Giuseppe La Rosa, in epoca antecedente allo svolgimento del cerimoniale con cui sono stato insignito dai gradi di ‘ndrangheta, aveva conseguito, sempre in carcere, la dote della “santa”, del “vangelo” e del “trequartino”. Di Puppo era colui che nel carcere di Siracusa, tra tutti i calabresi, era già in possesso del grado di ‘ndrangheta più elevato” ha dichiarato Diego Zappia.
«Giuseppe La Rosa mi disse che la sua cosca aveva in corso una fida con la cosca Serpa di Paola e che suo padre e suo zio erano detenuti» e ha aggiunto che «Giuseppe La Rosa mi ha detto che prima dell’arresto trafficava stupefacenti ed estorsioni».