Casali del Manco, Francesca Pisani pronta a varare la sua giunta
Il neo sindaco attacca la “distrazione” della federazione provinciale e si dice rammaricata di non essere stata chiamata in segreteria «lavorerò dal basso per cambiare il Pd»
54 voti di vantaggio. E’ stata una sfida tiratissima quella a Casali del Manco che alla fine ha visto prevalere, per 54 voti appunto, Francesca Pisani. Non è stata certamente una passeggiata e non solo per il risultato sempre in bilico, ma sin dal lungo percorso che ha portato alle candidature. «E’ stata una bella sfida – ci dice il neo sindaco Francesca Pisani – sono stati mesi difficili anche perché non c’era nulla di precostituito nella mia candidatura. Sono stata indicata dal gruppo consiliare del Pd, una volta registrata l’indisponibilità di Nuccio Martire a ricandidarsi e poi l’indicazione è stata posta al vaglio dell’assemblea degli iscritti al circolo».
Eppure qualcuno ad un certo punto ha messo la sua candidatura in discussione…
«Si ma i motivi tuttora mi sfuggono. Le segnalo che sulla mia candidatura erano state raccolte 108 firme su un totale di 121 iscritti. L’assemblea è stata molto lunga, dalle 16 alle 23, e molto partecipata ed alla fine solo in quattro si sono astenuti sul mio nome. Il segretario del circolo Bonaro ha provato in tutti i modi a coinvolgere quelli che sono stati poi i miei competitor. Ippolito Morrone ha partecipato alle nostre riunioni come rappresentante del movimento “Voci in cammino”, poi ha lasciato il movimento per avvicinarsi ai 5 Stelle e arrivare infine a una coalizione civica. Tutto si può dire quindi tranne che imputare a noi la frattura del centrosinistra».
E la Federazione provinciale?
«Non pervenuta. Il segretario Pecoraro ha partecipato ad una solo riunione in cui lo abbiamo informato del percorso che avevamo avviato. Lui ci dà carta bianca chiedendoci però di ratificare in assemblea questa scelta e aggiungendo di prevedere le primarie nel caso di candidati di altri cespugli della coalizione. La mia coalizione però ha espresso soltanto me e da allora la Federazione provinciale è di fatto sparita».
Ha visto la composizione della nuova segreteria provinciale? Che ne pensa?
«Le dico la verità… mi sarei aspettata di farne parte visto che Casali del Manco è uno dei comuni più importanti chiamati al voto nell’ultima tornata elettorale. Nessuno mi ha cercata ma non ne faccio un dramma. Io ho una storia politica lineare, tutta vissuta a sinistra. Continuerò quindi a lavorare per il partito, dalla mia postazione, per cambiare il Pd cosentino».
E’ una ripicca personale?
«No è un ragionamento politico. Mi è sembrato surreale che la federazione non si interessi, per non dire ostacoli, la conquista di un comune importante, in una zona da sempre roccaforte rossa, di una giovane donna. Oggi ho l’impressione che tutti vogliano salire sul carro dei vincitori. Noi faremo una battaglia nel partito per impedire che certe vecchie logiche così deleterie continuino a nuocere al Pd. Lo farò a partire dal mio comune e dal mio circolo. Lavorerò insieme al segretario Bonanno per aumentare la partecipazione, le attività, il numero degli iscritti. Nel Pd bisogna smetterla con i tatticismi e passare all’azione politica. Per il resto non credo di dover aggiungere altro, è sotto gli occhi di tutti lo stato in cui è ridotto il partito».
Eppure qualcuno l’ha contestata per la foto insieme all’assessore regionale della Lega, Emma Staine…
«Io non ci vedo nulla di male. L’assessore Staine è una cittadina di Pedace ed è stato un gesto di garbo istituzionale quello di venirmi a trovare per farmi gli auguri. La politica c’entra poco o nulla in questa vicenda. Si tratta solo di corretti rapporti istituzionali che travalicano gli schieramenti politici. Altrimenti secondo le critiche che mi sono state rivolte io non potrei andare dal presidente Occhiuto a rappresentare le istanze della mia comunità? Mi pare fantascienza».
E sulla giunta ha già deciso i criteri?
«Ci stiamo lavorando. Il criterio che seguirò è che non faremo assessori esterni, tutti i consiglieri avranno la possibilità di lavorare. In base poi ad un accordo politico il vicesindaco sarà espressione di “Voci in cammino”».
Vincere per 54 voti significa che il contributo di ognuno dei candidati è stato importante, come pensa di premiare i non eletti?
«Questo è il tema. Anche perché il Comune è sceso sotto i 10.000 abitanti e quindi gli assessori saranno soltanto otto. Le basti pensare che l’ex comune di Casole Bruzio aveva lo stesso numero di assessori. Oggi farò una riunione con la mia coalizione in cui lancerò una proposta ovvero che gli assessori dovranno dimettersi da consiglieri in modo da far entrare i non eletti. Il mio obiettivo è anche quello di coinvolgere in qualche modo la minoranza».
E i suoi accetteranno?
«Non lo so, ma se dovessero rifiutare troverò un modo per valorizzare anche i non eletti magari come delegati al Parco della Sila o al Gal. Guardi l’unica cosa che non ci mancherà sarà il lavoro».
Lei è stata assessore al Bilancio e al Welfare in questi primi cinque anni di vita di Casali del Manco. La fusione ha funzionato? E’ stata positiva?
«Il processo di fusione è stato positivo per Casali e i vantaggi sono sotto gli occhi di tutti. Certo il primo biennio, pandemia a parte, non è stato per niente semplice. Avevamo cinque bilanci che dovevamo armonizzare, una pianta organica sottodimensionata».
Questo ad esempio è uno dei problemi delle fusioni. Vista la carenza di personale dei comuni, c’è il rischio che sia difficile governare il nuovo soggetto istituzionale…
«Noi questo problema obiettivamente lo abbiamo avuto e abbiamo sin da subito provato a valorizzare il nostro personale dipendente. Grazie alle premialità della legge sulle fusioni abbiamo portato tutti i contratti full time, abbiamo previsto i meccanismi di progressione, abbiamo stabilizzato 34 ex Lsu/Lu e altri 5 lavoratori ex legge 15. Un’operazione che ci è costata 800mila euro, ma con la quale abbiamo dato dignità a 39 famiglie. Da qui in avanti speriamo di poter espletare i concorsi perché il personale comunque è ridotto».
Qual è il primo atto da sindaco che farà?
«Veramente l’ho già fatto perché ho dovuto emanare due ordinanza di chiusura delle scuole a causa del maltempo. Poi ho incontrato funzionari di Calabria Verde per risolvere l’annoso problema della caserma dei Carabinieri che è stata trasferita a Celico per l’inagibilità dei vecchi locali e vista l’impossibilità dello Stato di acquistare un nuovo immobile. Stiamo ragionando se possiamo utilizzare i locali della vecchia comunità montana a Spezzano Piccolo».
E nei suoi primi 100 giorni?
«Ho due obiettivi. Il primo è riorganizzare la pianta organica del Comune. Il secondo è dedicare attenzione alle piccole cose come il decoro urbano, la piccola manutenzione, il verde. Tutte attività per le quali è fondamentale l’adesione dei cittadini. In passato abbiamo lavorato sui grandi progetti riuscendo ad avere circa 18 milioni di euro con i quali abbiamo fatto housing sociale, asili nido, riqualificazione degli edifici che oggi ospitano le due sedi comunali distaccate, abbiamo messo mano a tutti gli edifici scolastici comunali. Adesso è l’ora delle piccole cose che aumentano la qualità della vita complessiva dei cittadini».