Cetraro, impedita la navigazione in alcuni tratti della darsena turistica. Minoranza all’attacco
Giuseppe Aieta, Angelo Aita, Gabriella Luciani, Benedetta Saulo e Massimiliano Vaccaro duri con l'amministrazione: «In tre anni é stata capace di distruggere tutto ciò che si era creato nei 15 anni precedenti»
«Un’amministrazione comunale che non è capace di difendere il gioiello più prezioso della propria città dimostra l’inadeguatezza che da più tempo stiamo denunciando. La notizia dell’ordinanza della capitaneria di porto che impedisce la navigazione in alcuni tratti della darsena turistica è il preludio a ciò che i pescatori e i diportisti temono più di ogni altra cosa, e cioè la chiusura totale del porto che rappresenterebbe la fine ingloriosa di una città e di un territorio». Lo affermano in una nota quattro consiglieri di minoranza del comune di Cetraro. Vale a dire Giuseppe Aieta, Angelo Aita, Gabriella Luciani, Benedetta Saulo e Massimiliano Vaccaro.
«D’altra parte – si legge ancora – la vicenda del porto turistico, che si trascina ormai da anni, è sintomatica di una incapacità su tutti i fronti se si considera che ancora non si intravede all’orizzonte l’appalto dei 5 milioni di euro finanziati dalla giunta regionale a guida Oliverio grazie alla capacità di progettare del Sindaco Aita e della sua Giunta che ha lasciato in eredità circa 35 milioni di euro».
I consiglieri di minoranza affondano quindi il dito nella piaga. «In tre anni l’amministrazione comunale é stata capace di distruggere tutto ciò che si era creato nei 15 anni precedenti: porto quasi chiuso, teatro chiuso, ufficio del lavoro chiuso, banca chiusa, strada di collegamento marina centro chiusa, ospedale quasi chiuso. A questo si aggiunga la dissennata scelta del pre dissesto che chiude definitivamente la capacità del Comune di erogare servizi di qualità innalzando al massimo imposte e tasse. Per non parlare della situazione dell’ordine pubblico che ha ormai raggiunto livelli da far west nel silenzio totale della Giunta e delle poche forze politiche che ormai la sostengono».
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