Il sistema delle “false ricette mediche”. Cantafio svela: «Presi soldi dai farmacisti»
Il medico di Corigliano Rossano vuota il sacco davanti al magistrato della procura di Castrovillari che ha coordinato la vasta indagine
La procura della Repubblica di Castrovillari ha inteso battere il caso delle presunte false ricette mediche e a distanza di mesi dall’ordinanza cautelare firmata dall’ufficio gip della città di Pollino, sembra essere arrivato un primo risultato investigativo. La collaborazione del medico Sergio Cantafio. L’imputato in sede d’interrogatorio, davanti al pubblico ministero Flavio Serracchiani, ha spiegato le presunte condotte illecite del cosiddetto “sistema delle false ricette mediche“, con le quali gli indagati si sarebbero procurati un illecito arricchimento mediante varie azioni finalizzate a truffare il Sistema Sanitario Nazionale.
Cantafio confessa
Cantafio, 70enne, ha vuotato il sacco. E lo ha fatto da persona sottoposta agli arresti domiciliari, dopo aver trascorso un periodo in carcere. È il 5 dicembre del 2022, quando il pm Serracchiani chiede al medico di Corigliano Rossano, all’epoca ancora indagato, di spiegare le dinamiche che avvenivano tra medici curanti e farmacisti. «Ho ricevuto dei compensi extra da alcune farmacie» ha detto Cantafio. Da una avrebbe percepito 300 euro al mese in contanti. In un altro caso avrebbe ottenuto 500 euro sempre dalla titolare, e «occasionalmente anche altri extra sempre in contanti. Una volta – riferendosi a una delle farmaciste indagate – è capitato che mi consegnasse una bottiglia di champagne molto costosa». Un’altra somma pari a 550 euro, ricevuta mensilmente da un’altra farmacia, sarebbe servita a coprire l’affitto dello studio medico.
Nel suo racconto Cantafio scagiona anche una farmacia di Mirto Crosia («la ex Gabriele»). I rapporti tuttavia cambiavano da farmacista a farmacista. Uno degli indagati infatti gli avrebbe dato «dalle 500 alle 800 euro al mese in contanti. Delle volte mi dava buoni benzina o buoni Amazon». E ancora: «Se io farmacia ho bisogno di un prodotto perché i medici sul territorio prescrivono quel prodotto, io contatto la casa farmaceutica».
«La farmacia ha uno sconto del 42 per cento, con un pagamento a 120 giorni dell’ordine. Ricevuto l’ordine – ha dichiarato Sergio Cantafio – la casa farmaceutica a volte fa un ulteriore sconto del 10%. L’informatore va presso le farmacie perché solitamente il medico prescrive quel farmaco. Avendo questa sicurezza di prescrizione, il farmacista e l’informatore calcolavano il volume d’affari e si mettevano d’accordo». Ma «se il farmacista consegnava o meno i farmaci al paziente, era un accordo tra il farmacista e gli informatori, i quali dovevano smaltirli. Quest’ultimi raccoglievano i farmaci e li smaltivano nei rifiuti solidi urbani».
I pazienti del medico Cantafio
Un altro argomento trattato dal medico Cantafio è quello delle ricette e dei pazienti avuti a carico. «Non ho mai redatto una ricetta di Norditropin, il farmaco dell’ormone della crescita. Per quanto ne sappia il farmaco veniva elargito non alle persone che ne avevano bisogno ma per conto terzi. Così come i farmaci antitumorali che vengono utilizzati in altri ambienti non medici» ha detto il medico di Corigliano Rossano.
«Fino al 10 novembre 2022 avevo una grande maggioranza di pazienti esteri: rumeni, pakistani, ucraini. Alcune volte mi è stato chiesto un farmaco che in queste Nazioni si acquista. Alcune volte ho prescritto a uno straniero qui domiciliato, un farmaco che ha utilizzato per curare un familiare all’estero. La madre di mia moglie abita in Romania. Non è mai stata fatto un canale per lo smaltimento di questi medicinali». Infine, Cantafio ha svelato che alcuni farmacisti avrebbero distrutto le scatole «con un tagliacarte e il farmaco lo buttava nel water. Quando lo smaltimento non poteva avvenire nel water, i farmaci venivano affidati a terzi». E qualcuno degli indagati «li distruggeva nel camino».