martedì,Maggio 13 2025

Porcaro: «Con Piromallo e Ariello investimmo nell’attività di Francesco De Cicco»

Il pentito dice di aver versato, insieme agli altri suoi sodali, 20mila euro ciascuno nel circolo ricreativo "Popily Street". E parla della figura di Daniele Chiaradia

Porcaro: «Con Piromallo e Ariello investimmo nell’attività di Francesco De Cicco»

Due giorni prima della prima seduta dell’udienza preliminare di “Reset“. la Dda di Catanzaro si è recata in carcere a Rebibbia per interrogare il collaboratore di giustizia Roberto Porcaro. L’ex “reggente” della cosca “Lanzino” di Cosenza, nel corso dell’interrogatorio, ha fornito ulteriori dettagli sui fatti di sua conoscenza, affrontando – sollecitato dal magistrato Corrado Cubellotti e dagli agenti della Polizia di Stato – la questione relativa alla presunta associazione a delinquere finalizzata al gioco d’azzardo e alle scommesse online. Un capitolo investigativo che nella fase cautelare non ha retto in Cassazione, in quanto i giudici della sesta sezione penale hanno annullato quasi tutte le ordinanze relative al “Gaming“. Tra queste, figurano quelle di Francesco De Cicco e Damiano Carelli, per i quali gli ermellini avevano nutrito forti dubbi rispetto alle originarie contestazioni.

Porcaro parla proprio dell’attuale assessore comunale di Cosenza, mentre nel caso di Carelli, figlio del defunto boss di Corigliano Calabro, dice di non conoscerlo. Conosce invece Daniele Chiaradia, soggetto legato alle vicende giudiziarie di Francesco De Cicco, nelle quali entra anche Mario “Renato” Piromallo, presunto esponente della confederazione mafiosa cosentina, ma già intraneo al clan “Lanzino” di Cosenza. Nel racconto figura anche Mario Gervasi e tanti altri imputati di “Reset“.

Francesco De Cicco
Francesco De Cicco

Il pentito afferma che «per quanto concerne Francesco De Cicco posso dire che De Cicco titolare del circolo ricreativo “Popily Street” è un soggetto che conosco personalmente in quanto nel 2011, poco prima che fossi arrestato nell’operazione “Terminator“, avevamo investito io, Mario Piromallo e Salvatore Ariello la somma di 20mila euro ciascuno proprio nell’attività del “Popily Street“. In questo circolo ricreativo erano installate le macchine da gioco di Daniele Chiaradia ed inoltre veniva gestito un sito di scommesse online. I rapporti con De Cicco però progressivamente si incrinarono perché questi aveva il vizio del gioco quindi cominciò a non onorare gli impegni economici che aveva assunto con noi, e addirittura, arrivò ad avere un debito con Daniele Chiaradia di circa 100mila euro».

Porcaro rivela che «per risolvere i problemi che si stavano creando quindi Daniele Chiaradia si fece cedere l’immobile in cui era ubicato il “Popily Street“, fece versare a De Cicco un canone di locazione per continuare a gestire il circolo ed in più mantenne le sue macchinette ed i relativi guadagni all’interno del circolo stesso» aggiunge il collaboratore. «L’accordo preso da Chiaradia prevedeva che De Cicco si sarebbe impegnato, sotto la supervisione dello stesso Chiaradia, a far recuperare a me, Ariello, Piromallo il denaro che avevamo investito nel circolo ricreativo. A questa definizione dei rapporti con De Cicco, grazie al contributo di Chiaradia, pervenimmo negli anni 2014/2015».

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