martedì,Settembre 10 2024

Cosenza, quegli “omissis” nel clan degli italiani non solo per gli “stipendi”

Nomi di detenuti, cifre e tanto altro. Il collaboratore di giustizia Roberto Porcaro svela i segreti della cosca "Lanzino"

Cosenza, quegli “omissis” nel clan degli italiani non solo per gli “stipendi”

In attesa di capire se agli atti del fascicolo del pm saranno acquisiti o meno i verbali dei collaboratori di giustizia sentiti nel 2023, anno in cui è entrata in vigore la riforma Cartabia, che obbliga i pubblici ministeri a registrare (audio e video) gli interrogatori, c’è una parte interessante tra le varie dichiarazioni rese da Roberto Porcaro alla Dda di Catanzaro. Parole che potrebbe aprire nuovi scenari investigativi. Si parte dall’assunto che dal punto di vista storico i soggetti appartenenti al clan “Lanzino-Patitucci” di Cosenza sono ormai noti e arcinoti. Negli anni, però, qualcosa potrebbe essere cambiato. Al punto che quelle propalazioni di Roberto Porcaro, mentre elenca boss e affiliati, fornisce indicazioni anche su persone sconosciute all’ufficio di procura e agli investigatori. Così in un verbale che anticipa le cifre degli “stipendi” dei detenuti, scattano quattro “omissis“.

Clan “Lanzino” e le cifre degli “stipendi”

Il discorso che fa Roberto Porcaro sugli “stipendi” agli associati parte dal presupposto che gli stessi hanno comunque uno stato di detenzione. E spiega: «Voglio riferire i nominativi degli associati stipendiati, vale a dire coloro i quali percepivano uno stipendio mensile fisso in caso di detenzione. Oltre a me, erano destinatari di stipendio Renato Piromallo, Francesco Patitucci, Salvatore Ariello» e parte il primo “omissis“, «Ettore Lanzino, Marco D’Alessandro, Gianfranco Bruni, Gianfranco Ruà, Davide Aiello, Giuseppe Irillo detto “vecchiareddra (una somma di 500 euro al mese in quanto vecchio associato al gruppo degli italiani), Alberto Superbo e dal 2013 Antonio Illuminato».

Porcaro inoltre chiarisce che «lo stipendio ammonta a 1800 euro mensili, con l’eccezione di Ettore Lanzino che percepiva inizialmente di 3mila euro per poi passare a 2mila». E aggiunge: «Io stesso ho percepito lo stipendio nei primi mesi dopo l’arresto di “Testa di Serpente“, lo stipendio era consegnato nelle mani della mia ex moglie Silvia Guido, almeno sino a quando sono stato in buoni rapporti. Preciso che l’ultimo colloquio con la stessa, ad eccezione delle chiamate con i miei figli, l’ho avuto nel gennaio del 2020».

Chi preparava lo “stipendio” a chi

Poi l’ex “reggente” del clan degli italiani specifica che «con riferimento ai soggetti detenuti alla formazione degli stipendi, a partire dagli inizi del 2018, per il gruppo degli italiani, eravamo: io che preparavo lo stipendio a Francesco Patitucci ed a Gianfranco Ruà; Salvatore Ariello e Antonio Illuminato» a soggetti coperti ancora da “omissis“, «Piromallo preparava lo stipendio per Gianfranco Bruni, Mario Gatto, Adolfo D’Ambrosio», mentre «Michele Di Puppo preparava lo stipendio per il fratello, Ettore Lanzino, Alberto Superbo» e ancora a persone che ad oggi sono coperte da segreto istruttorio. Infine, Porcaro dice che «con riferimento a Michele Di Puppo voglio precisare che durante la sua detenzione, c’erano altri ragazzi che in sua vece aiutavano Renato Piromallo a raccogliere denaro per fare gli stipendi». La frase si conclude con il nome di Marco D’Alessandro, mentre il resto è stato completamente “omissato“.

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