E venne il giorno della scarcerazione. A seguito del ricorso presentato dagli avvocati Gianpiero Calabrese e Antonio Ingrosso, Nicola Bevilacqua, figlio di Fiore alias “Mano Mozza”, esponente di spicco della cosca “zingari” di Cosenza, ritorna in libertà dopo oltre undici mesi di carcerazione preventiva. Non sussistono per il Riesame di Catanzaro, dopo l’annullamento con rinvio deciso dalla Cassazione, i gravi indizi di colpevolezza in ordine ai principali reati contestati, ovvero l’associazione mafiosa e l’associazione a delinquere dedita al narcotraffico. Si tratta di una vicenda giudiziaria trattata dalla nostra testata in epoca recente.

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Il Riesame ha quindi convenuto con i giudici di legittimità, i quali avevano espresso forti dubbi sulla partecipazione di Nicola Bevilacqua ai due sodalizi criminali, uno dei quali riconducibile alla più vasta presunta confederazione mafiosa che sarebbe capeggiata dal boss di Cosenza Francesco Patitucci, e l’altro alla famiglia Abbruzzese “Banana” di via Popilia. La Cassazione aveva messo in discussione anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Oggi la parola fine, almeno dal punto di vista cautelare. Ora Nicola Bevilacqua dovrà affrontare il processo che si celebrerà a Lamezia Terme.