Non sottovalutate Giuseppe Zaffonte. Sebbene nell’ultimo periodo le sue dichiarazioni siano state valutate in senso negativo rispetto all’ipotesi accusatoria – vedi processo Taranto e l’indagine su Andrea Mazzei – il gip distrettuale di Catanzaro, Filippo Aragona, lo ha utilizzato come riscontro per inquadrare la posizione investigativa di un presunto sodalizio mafioso operante nella provincia di Vibo Valentia.

Le propalazioni di Zaffonte sono contenute nell’ultima operazione antimafia denominata “Maestrale-Carthago“, coordinata dalla Dda di Catanzaro. L’ennesimo blitz del procuratore Gratteri contro le cosche di ‘ndrangheta del Vibonese. Un’operazione che coinvolge “colletti bianchi” di un certo spessore. Da medici ad avvocati, tutti ritenuti vicini ai clan mafiosi di Vibo Valentia e non solo.

Zaffonte e i rapporti con i Prostamo

Il 14 ottobre del 2022, la Dda di Catanzaro chiama Giuseppe Zaffonte, soggetto un tempo a disposizione della cosca degli italiani di Cosenza, soprattutto nel territorio di Rende. Il gip Aragona evidenzia, nel caso in esame, come il pentito abbia fornito un valido riscontro alla presunta appartenenza alla ‘ndrangheta di Francesco Prostamo, classe 1985, riferendo di aver conosciuto i fratelli Francesco Prostamo, alias “U Zorru”, e Giuseppe Prostamo, alias “Giubba”, nell’anno 2014 in occasione di una comune detenzione nella casa circondariale di Cosenza. Zaffonte, durante l’interrogatorio, aveva anche precisato di aver appreso da altri soggetti reclusi nella città dei bruzi, che entrambi i fratelli «Prostamo erano organici alla ‘ndrangheta già prima di essere ristretti».

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Sempre Zaffonte aveva aggiunto di aver appreso «come lo stesso Francesco Prostamo» fosse stato destinatario «di un innalzamento di dote, all’interno del carcere in occasione della comune detenzione, tanto da fargli gli auguri». Zaffonte aveva anche sottolineato che alla “cerimonia” erano presenti anche «Rocco Grasso, Rosario Agricola, Domenico Donato e un ragazzo di Vibo che all’epoca lavorava presso la cucina del carcere di Cosenza di cui non sapeva fornire le generalità nonché un ulteriore soggetto del quale non sapeva fornire ulteriori dettagli per la sua completa identificazione dichiando tuttavia di saperlo riconoscere».

Il riscontro alle dichiarazioni di Zaffonte

Analizzando i dati presentati dalla Dda di Catanzaro nella richiesta di misura cautelare, il gip ha preso atto che effettivamente «Giuseppe Prostamo alias “giubba”, Francesco Prostamo alias “u Zorru“, Domenico Donato, Rosario Gligora, Rocco Grasso, Gennaro Presta nell’anno 2014 hanno avuto un periodo comune di detenzione presso la casa circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza. Inoltre – conclude il gip – per come dichiarato dallo stesso Zaffonte, Giuseppe Prostamo alias “giubba” veniva trasferito dal carcere di Cosenza a quello di Vibo Valentia in data 20 febbraio 2014, circa un mese dopo quindi rispetto all’ingresso nella struttura carceraria di Cosenza dello Zaffonte avvenuto in data 27 gennaio 2014».