giovedì,Ottobre 10 2024

‘Ndrangheta, Francesco Greco collabora: chi è il nuovo pentito

La collaborazione del neo pentito precede il passo indietro dell'ex boss. Le due cose sono connesse tra loro? Intanto ecco i dettagli sull'ex imbianchino

‘Ndrangheta, Francesco Greco collabora: chi è il nuovo pentito

E se la collaborazione di Francesco Greco avesse fatto vacillare Roberto Porcaro? Fino a quando l’ex “reggente” del clan “Lanzino-Patitucci” non spiegherà le ragioni del suo passo indietro, sempre che decida di “parlare”, tutte le considerazioni che si fanno in queste ore rimangono nel campo delle ipotesi.

La notizia certa è che la Dda di Catanzaro due mesi fa ha deciso di sedersi al tavolo per sentire Francesco Greco, ritenuto dai magistrati antimafia di Catanzaro il presunto “braccio destro” di Roberto Porcaro. L’ex pentito ordinava gli atti intimidatori e l’altro imputato eseguiva. Ma c’è soltanto questo? Evidentemente no. Greco, da persona di fiducia di Porcaro, potrebbe sapere tante cose, che magari l’ex boss non ha dichiarato o di cui ha riferito in parte dando una versione diversa. Sono sempre e solo ipotesi.

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Porcaro, almeno stando ai verbali depositati in udienza preliminare, ha illustrato le sue condotte e quelle dei suoi co-imputati. Ha più volte, però, precisato alcuni fatti, evidenziando dettagli in apparenza ininfluenti. Probabilmente non sono così tanto ininfluenti. L’ex boss ha acceso i riflettori anche sull’omicidio di Giuseppe Ruffolo, che la Dda di Catanzaro ha stralciato da “Reset“, riaprendo pure il delitto di Luca Bruni. Sebbene la sua posizione e quella di Francesco Patitucci siano ormai chiuse, l’ex pentito potrebbe aver inguaiato altri suoi “ex amici”.

Francesco Greco collabora, chi è il nuovo pentito

Il neo pentito Francesco Greco, secondo quanto risulta a Cosenza Channel, non ha precedenti penali. L’inchiesta “Reset” lo ha battezzato da questo punto di vista, essendo stato per la prima volta coinvolto in un procedimento penale per reati di associazione mafiosa, narcotraffico, usura e droga. Di professione svolgeva il lavoro di imbianchino, dedicandosi particolarmente alla realizzazione di pareti in cartongesso.

Fino al giorno del suo arresto viveva in un quartiere popolare a due passi dall’ospedale “Annunziata” di Cosenza. Oggi fa parte della lunghissima lista di collaboratori che hanno optato per una vita migliore, sbarazzandosi del crimine organizzato. Una scelta che si spera mantenga a vita senza fare il “passo del gambero”. Il 29 settembre ne sapremo di più. E a questo punto non sono esclusi altri colpi di scena o eventuali ripensamenti.

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