Processo “Reset”, la Dda: «I ruoli di Ariello e Illuminato nell’associazione»
Nella requisitoria il pm antimafia Vito Valerio ha delineato i ruoli assunti nella confederazione mafiosa dai due soggetti vicini a Francesco Patitucci
Secondo il pm della Dda di Catanzaro Vito Valerio gli elementi emersi nel corso dell’indagine “Reset” sono lineari rispetto ai presunti ruoli assunti da Salvatore Ariello e Antonio Illuminato nella confederazione mafiosa cosentina, diretta dal boss di Cosenza Francesco Patitucci. Il magistrato antimafia delinea il quadro investigativo relativamente alle due posizioni in corso di trattazione, tra le altre, nel processo abbreviato.
Salvatore Ariello, parla la Dda
«Salvatore Ariello – ha affermato il sostituto procuratore antimafia Vito Valerio – risponde principalmente del capo 1, del capo associativo nel suo ruolo di organizzatore e promotore, soprattutto nella declinazione di essere un importante cerniera diciamo nel cerchio ristretto di Francesco Patitucci. Rispetto alla ricostruzione in questi termini del suo ruolo ovviamente convergono tantissime dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, da Bruzzese a Roberto Presta, ma soprattutto una lettura assolutamente specifica e dirimente ce la danno anche le dichiarazioni più recenti, recentissime di Roberto Porcaro, di Francesco Greco e di Ivan Barone, tutti e tre confermano l’assoluto ruolo di vertice di Salvatore Ariello rispetto all’associazione contestata».
Ariello tra i due gruppi
Per l’ufficio antimafia di Catanzaro, Salvatore Ariello avrebbe partecipato «anche lui al summit del 16 luglio del 2019 con i fratelli D’Ambrosio, con Piromallo, in relazione appunto a tutte quelle questioni strategiche e organizzative sugli stipendi, sulle strategie, sulle alleanze, come dicevo prima, quale rinnovazione di un asse tra Adolfo D’Ambrosio e Mario Piromallo in competizione con Di Puppo e Porcaro». Inoltre, secondo quanto emerge dagli atti d’indagine, «c’è anche la sua fibrillazione nel momento in cui si eseguono le ordinanze di misura cautelare nei confronti di Roberto Porcaro e di Massimo D’Elia in relazione all’omicidio Ruffolo. Ci sono altri elementi, ovviamente intercettivi anche in questo caso, che lo censiscono nel ricevere i saluti di Francesco Patitucci per il tramite di Antonio Illuminato».
«Non solo dall’attività di intercettazione – ha spiegato il pm Vito Valerio – ma abbiamo anche i riscontri oggettivi con riferimento ai capi d’imputazione 283 e l’arresto di Paolo Recchia, per intenderci. Così come l’arresto di Nicola Bevilacqua, che certifica appunto un riscontro oggettivo e individualizzante rispetto al capo 291. La posizione di Salvatore Ariello dimostra anche in questo caso la sua eterogeneità».
Antonio Illuminato, il ruolo secondo il pm antimafia
«Discorso analogo va fatto per Antonio Illuminato – ha spiegato il pm Vito Valerio – lui risponde soltanto del capo associativo, del capo 1, sempre nel ruolo di cui al comma secondo del 416 bis come organizzatore e promotore. Ha diciamo una escalation ed una carriera criminale che lo vede partire come soggetto vicino a Roberto Porcaro, per poi avvicinarsi a Salvatore Ariello e Mario “Renato” Piromallo e soprattutto essere uomo direttamente di fiducia di Francesco Patitucci, come censiscono appunto i plurimi incontri con lo stesso a casa di Francesco Patitucci; ne sono veramente tanti, quello del 3 marzo 2020, del 10 aprile 2020 e del 13 maggio 2020, del 19 maggio 2020, che sono quelli più importanti».
Gli incontri a casa di Patitucci
«Sono tutti incontri censiti e registrati dalle ambientali a casa di Francesco Patitucci e in tutti questi incontri si è trattato di discorsi organizzativi di ampio respiro, che denotano l’inserimento nel cerchio ristretto dei soggetti vicini a Patitucci; la condivisione delle strategie più sensibili e la conoscenza delle principali attività illecite, la conoscenza dei principali soggetti di vertice dell’associazione e la conoscenza anche dei momenti di fibrillazione e di tensione che occorrono tra questi soggetti. Ovviamente tra questi ampi e plurimi riscontri intercettivi anche su di lui le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sono assolutamente sovrabbondanti. Abbiamo un quadro di dichiarazioni di Celestino Abbruzzese, Antonio Illuminato, Mattia Pulicanò e Giuseppe Zaffonte che fanno parte diciamo del periodo più datato di contestazione, ma sopraggiungono ovviamente anche nei suoi confronti le dichiarazioni di Ivan Barone, di Roberto Porcaro e di Francesco Greco che anche in questo caso ne blindano dal punto di vista probatorio la sua assoluta posizione di vertice all’interno dell’associazione».