Città unica, ecco lo studio di fattibilità: «Dalla fusione vantaggi per 150 milioni»
Il professore Luigino Sergio lo ha presentato stamattina durante la I Commissione consiliare regionale presieduta da Luciana De Francesco: «Fondi speciali per dieci anni e ottimizzazione di servizi e della loro erogazione»
La fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero garantirebbe vantaggi alla nuova città unica per 150 milioni. E’ quanto emerge dallo studio di fattibilità presentato oggi dal professore Luigino Sergio durante la I Commissione – Affari Istituzionali della Regione Calabria presieduta da Luciana De Francesco. Al netto di cambi di programma, dovrebbe essere stato l’ultimo passaggio prima dell’approdo in Consiglio regionale e dell’indizione del referendum consultivo.
Sergio è un esperto in direzione e governo degli enti locali, già direttore generale della Provincia di Lecce e del Comune di Galatina. Al momento ricopre anche il ruolo di responsabile tecnico del Coordinamento Nazionale Fusione di Comuni (FCCN), il cui presidente però non si era espresso positivamente sulla proposta di legge presentata dai consiglieri cosentini di centrodestra Pierluigi Caputo, Katya Gentile, Luciana De Francesco, Sabrina Mannarino, Pietro Molinaro, Pasqualina Straface, Giuseppe Graziano e Gianluca Gallo.
«La città unica di Cosenza, Rende e Castrolibero produrrebbe un vantaggio economico rilevante – ha spiegato Luigino Sergio durante la sua audizione, anticipata da un video introduttivo – con un finanziamento annuo di dieci milioni di euro per 15 anni e il risparmio di due milioni in un quinquennio solo relativamente ai costi della politica».
«Negli ultimi 15 anni – ha aggiunto Sergio durante il suo intervento – c’è stato un netto calo demografico nei tre Comuni e si è assistito a una riduzione complessiva del 40% dei fondi di derivazione statale ai tre comuni. Tutto questo ha portato a una forte riduzione dei servizi e all’impossibilità da parte dei singoli Comuni di garantire livelli di assistenza sufficienti. La fusione, portando la città unica a superare i centomila abitanti, consentirebbe di accedere per 15 anni ai fondi speciali che non avrebbero vincoli di destinazione e che potrebbero essere utilizzati anche nei processi di co-finanziamento europei».
«Avendo un solo organo consiliare e amministrativo e un unico organismo di revisione (e di valutazione dirigenziale) – ha detto ancora – si risparmierebbero risorse considerevoli anche sulla spesa ordinaria. L’ottimizzazione dei servizi porterebbe ad ulteriori risparmi e soprattutto a un miglioramento qualitativo della loro erogazione».
«Lo studio di fattibilità è a disposizione di tutti i cittadini anche in relazione all’appuntamento referendario – ha concluso Luciana De Francesco, presidente della I Commissione Affari costituzionali – e dimostra la validità dell’idea sulla città unica, soprattutto in considerazione di una spoliazione demografica preoccupante e dell’altissima percentuale di tagli nelle devoluzioni finanziarie ad opera dello Stato. Ringrazio tutti i consiglieri che hanno partecipato alla discussione, i sindaci e le associazioni: abbiamo svolto un lavoro di partecipazione e coinvolgimento seguendo i principi della democrazia liberale e l’Aula, nella sua sovranità, avrà gli strumenti per legiferare con criteri di razionalità». La parola, quindi ora passa al Consiglio regionale.