Autonomia differenziata, tre i senatori cosentini che hanno votato per il Ddl Calderoli
Sui social di rifermento soltanto Mario Occhiuto (Forza Italia) ha pubblicato il suo intervento motivando il voto. Silenzio da Orsomarso e Rapani di Fratelli d'Italia
Sono 45 i senatori meridionali che hanno votato favorevolmente all’Autonomia differenziata che rischia di acuire il divario, già netto, tra il Settentrione e il Meridione d’Italia. Le opposizioni hanno annunciato battaglia, ribadito che non esistono né i fondi e né sono pervenuti i Lep, i tanto invocati Livelli essenziali delle prestazioni. In seno alla maggioranza c’è chi esulta (i leghisti), chi tace (i meloniani) e chi cerca di fare buon viso a cattivo gioco (i forzisti).
Il disco, tra gli azzurri del sud, è per tutti lo stesso: parlare di opportunità di riscatto. Che però cozza terribilmente con la bandiera della Serenissima sventolata fiera tra i banchi del Carroccio a Palazzo Madama. Calenda e Azione sono stati laconici: «L’autonomia differenziata – ha detto il leader del partito – ci sarà quando saranno finanziati i Lep, cioè fra migliaia di anni: è solo teatro».
Dicevamo dei 45 senatori meridionali che hanno detto di sì al Ddl. Tre sono della provincia di Cosenza: il forzista Mario Occhiuto, Fausto Orsomarso ed Ernesto Rapani di FdI. A stamattina, di loro soltanto l’ex sindaco di Cosenza si è esposto pubblicamente sui social di riferimento pubblicando il discorso pronunciato in aula e spiegando le ragioni del voto favorevole. Orsomarso e Rapani, invece, hanno preferito postare altro in questi giorni: da un lato un articolo del settimanale britannico “The Economist” che plaude all’operato di Meloni, dall’altro argomenti di pesca, agricoltura e i complimenti ad una gelateria cariatese. Sull’autonomia non una parola.
Tornando ad Occhiuto, ha detto: «Chi teme che il paese si possa spaccare per questa riforma può dormire sonni tranquilli». «Il provvedimento che oggi licenziamo non vuol dire un allontanamento dal principio di solidarietà nazionale, non potranno essere destinate maggiori risorse ad alcune regioni a danno di altre per erogare i servizi essenziali. Cosa che risulta chiara anche con l’ultimo emendamento presentato dal sen De Priamo. Noi – ha poi aggiunto nel suo discorso – vigileremo affinché i LEP vengano effettivamente garantiti, così come stabilito dalla Costituzione, non solo attraverso la loro puntuale definizione, ma anche con il loro effettivo finanziamento».