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Ponte di Calatrava ancora incompiuto. Caruso: «Un altro pasticcio di Occhiuto» – VIDEO

Dopo sei anni dal taglio del nastro manca il Belvedere e anche il collaudo economico

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È uno dei luoghi più instagrammati di Cosenza. Il Ponte di Calatrava con i suoi stralli a “effetto arpa” si presta per videoclip e foto che a contrasto con il cielo blu regalano il classico “wow effect”. Il 26 gennaio del 2018 il progetto, cullato dall’ex sindaco Giacomo Mancini, diventò una realtà di cemento e acciaio. Nel 1999 il leone socialista affidò il progetto, che rientrava in una visione di riqualificazione del quartiere Gergeri, all’archistar Santiago Calatrava.

Da allora sono trascorsi sei anni. Sul palco del battesimo, con la fascia tricolore addosso, c’era Mario Occhiuto, oggi senatore. Franz Caruso, che da Occhiuto ha raccolto il testimone, del Ponte ne parla come di un’incompiuta. «E per una ragione molto precisa – puntualizza – : manca ancora il collaudo economico». Insomma la pratica Calatrava non è ancora chiusa, tutt’altro. «Io voglio essere completamente sincero: ho molto apprezzato i primi cinque anni della sindacatura di Mario Occhiuto, sono stati molto dinamici e i meriti vanno riconosciuti sempre, ma poi è stato un disastro. Diciamo che Occhiuto ha raccolto gli applausi per opere che ha trovato già bell’e pronte: progetti ideati da Mancini, realizzati da Perugini e poi inaugurati da lui». Caruso entra nel dettaglio del casus ponte. «Se la pratica non viene chiusa, non possiamo neanche intercettare finanziamenti per apportare migliorie. Al momento la procedura è sospesa, non finita, non si può dire che noi abbiamo la piena utilizzazione».

Il sindaco allarga il discorso anche sulle strutture connesse al Ponte che non si sono mai realizzate. «Il Belvedere dov’è? Era previsto nel progetto, ed era anche una bellissima idea, eppure non è mai stato realizzato. Per non parlare poi del pasticcio degli espropri lì dove doveva sorgere il Parco delle Scienze. I proprietari delle terre, a quanto pare, non sono mai stati indennizzati. Le ruspe hanno preso la terra e l’hanno spostata accanto al Planetario dove giace ancora con tutte le conseguenze. Insomma a Occhiuto piaceva inaugurare, ma non completare a quanto pare. Adesso tocca a noi risolvere e non è cosa facile. Voglio solo ricordare che negli anni del dissesto, dopo l’iperattività dell’inizio, a Cosenza si è fermato tutto. Cominciare con tanti soldi e sconfinate possibilità è facile, io sono entrato direttamente in un Comune disastrato che andava risanato prima di poterlo rimettere in moto».

Un santo per tutti i Ponti

Per il ponte, che tutti chiamano (e chiameranno per sempre) di Calatrava, si sono scomodati sindaci e anche santi. Occhiuto, ad un nome democraticamente laico, preferì quello del santo taumaturgo San Francesco di Paola (che è in lizza anche per il battesimo del futuro Ponte sullo Stretto), che visse in comunione con i poveri, gli stessi che per avere una casa speravano nei fondi ex Gescal – Gestione Case per i Lavoratori – destinati alle città in emergenza abitativa, e che invece furono dirottati sul Calatrava.

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Per raccontare la storia dall’inizio, facciamo un passo indietro e torniamo nel 2005. Sindaco è Eva Catizone che approva il preliminare del progetto da 15 milioni di euro. Di questi 10 milioni arrivano dal PRU (Programma Recupero Urbano) e 5 milioni di euro dai fondi PSU (Programma di Sviluppo Urbano) grazie alla sinergia con la Regione Calabria (oggi pura utopia).

Il 10 ottobre 2008 si avviano i cantieri, sindaco è Salvatore Perugini. All’opera è la ditta Cimolai Spa di Pordenone che con la migliore offerta si aggiudica l’appalto. I lavori, però, sono funestati dalla morte sul cantiere di un operaio, Raffaele Tenuta, addetto al funzionamento di una pala meccanica.

Le condizioni le terreno non regalano a Perugini la gloria dell’inaugurazione che avviene solo dopo, con Mario Occhiuto in sella, che sblocca dall’impasse e arriva alla lunga notte del taglio del nastro alla presenza di Santiago Calatrava che a Valencia aveva già firmato un ponte praticamente identico a quello di Cosenza. Il 23 luglio del 2017 il lungo pilone che termina con l’antenna e “l’occhio rosso” che s’accende al calar della sera, viene issato. Il Ponte è pronto. Ma, a quanto pare, non del tutto.


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