Pd Corigliano Rossano, l’attacco di Madeo a Bevacqua: «Il partito per lui è un taxi?»
Il segretario cittadino stigmatizza l'invito del consigliere regionale a lasciar correre sulle candidature di tesserati democrat in altre liste
«Non dedicheremo certo un libro per spiegare le nostre posizioni politiche e né crediamo che la condotta dei dirigenti, a tutela delle elementari regole vigenti nel nostro Partito, possa essere diversa da quella tenuta dai componenti il Circolo del PD di Corigliano Rossano». E’ l’incipit di una nota firmata da Francesco Madeo e Giuseppe Candreva, rispettivamente segretario cittadino e capogruppo dei democrat in Consiglio comunale, in cui vanno all’attacco del consigliere regionale Mimmo Bevacqua.
«Il Capogruppo del PD in Consiglio regionale – dicono – ha trattato, durante una sua iniziativa extra partito (la presentazione del suo libro, ndr), con sorprendente disinvoltura, la vicenda di coloro che, con altrettanta disinvoltura, hanno deciso di candidarsi in liste alternative a quella del nostro Partito, mettendolo in difficoltà, col malcelato intento di non far presentare la lista e non essere rappresentati in Consiglio comunale». Il riferimento non è soltanto a Rosellina Madeo, ma anche ad altri tesserati che hanno scelto di candidarsi in liste differenti.
Pecoraro parlò così
A tal proposito, in un recente intervento, il segretario di Federazione Vittorio Pecoraro aveva detto ai nostri network che la questione delle espulsioni non riguardava soltanto Tinto, Graziadio e Trecroci, consiglieri comunali di Cosenza che hanno formato un gruppo autonomo staccandosi dal Pd, ma tutto il territorio provinciale. Il problema – evidenziò qualche settimana fa – non è confinato a Cosenza e nella dimensione dei gruppi consiliari. Davanti a noi c’è l’esigenza di riscrivere le regole democratiche della convivenza interna, perché gli episodi recenti di cui ho parlato sono gravi. Priorità? Sicuramente Corigliano Rossano, dove all’ordine del giorno non c’è solo la questione di Rosellina Medeo, ma anche di altri dirigenti. Siamo in contatto con la segreteria cittadina e concordiamo su un aspetto: non si possono ricoprire ruoli direttivi nel Pd e non impegnarsi per il PD rinunciando a fare campagna elettorale con noi. Pertanto serve una valutazione. Serena, ma serve una valutazione».
La posizione di Franco Madeo e del Pd di Corigliano Rossano
«Solo l’attaccamento alla “maglia dei veri Dirigenti”, compreso il consigliere regionale Franco Iacucci, che ha dato una mano alla causa, ha consentito al Pd di Corigliano Rossano di superare questa negativa prospettata e interessata ipotesi. Bevacqua – prosegue Madeo nel suo intervento congiunto con Candreva – ha tentato di giustificare, con motivazioni risibili, una oggettiva e incontrovertibile verità: alcuni membri del Direttivo cittadino pur partecipando alle riunioni di Partito e nonostante i ripetuti inviti e solleciti a candidarsi sotto il nostro simbolo, hanno deciso, per ragioni proprie ed elettoralistiche, di candidarsi altrove creando, fra l’altro, disorientamento esterno e ledendo significativamente l’immagine del Partito».
«Nessuna carenza di dibattito, di confronto, anche forte, vi è stata in seno al Circolo ed in particolare in questi ultimi mesi. Nonostante tutto – spiegano ancora i due – si è tenuta dritta la barra, bilanciando le diverse posizioni, decidendo sempre in maniera democratica e nei deputati organismi, riuscendo ad evitare il “tana libera tutti” da chi era interessato più al proprio tornaconto che al bene del Partito. Il laissez-faire, a cui invita il consigliere, giova solo ed esclusivamente a chi ha considerato e considera il Partito come un taxi su cui si può salire e scendere come e quando si vuole e, magari, neanche pagare la corsa. In merito all’autorevolezza del partito locale e alla sua guida non siamo certo preoccupati della libera opinione del consigliere regionale ma, a proposito di democrazia, a Corigliano Rossano il Circolo si è sempre autodeterminato e così continueremo a fare».
Per Franco Madeo e Giuseppe Candreva «il Pd di Corigliano Rossano è, dovrebbe essere sempre, una comunità con delle regole stabilite da rispettare, composta da persone che condividono passione e militanza, ma anche e soprattutto, l’appartenenza ad una storia e a un cammino collettivo. Noi abbiamo onorato e difeso sempre la nostra comunità, il nostro patrimonio, con il lavoro, la dedizione e l’impegno, così come abbiamo fatto anche in questa tornata elettorale, e su questo non accettiamo lezioni da nessuno».
«Per questo è giunto il momento di invertire la rotta e contrastare pratiche disinvolte e interessate nell’utilizzo del Partito, come abbiamo fatto e stiamo facendo, ponendo un freno a questi disinvolti comportamenti che, diversamente, anche il consigliere regionale avrebbe dovuto biasimare, lavorando a consolidare le “fondamenta” dello stare insieme, dell’agire politico, dell’amare il proprio Partito e il suo Simbolo, elementi costitutivi e significativi di ogni vera comunità politica. Se, invece, in casi come questo, si adducono scusanti e finte ragioni, allora, bisognerebbe chiedersi in nome di cosa si dovrebbe stare in un Partito» concludono i due dirigenti.