di Alessandra Bruno

Lunedì si è concluso il programma della tre giorni di Campotenese del Pollino Cocktail Camp che ha visto alternarsi attività di interazione fra operatori del settore e visitatori. Questo primo evento formativo e culturale sulla botanical mixology e la liquoristica, organizzato da Catasta Impresa Sociale in collaborazione con il Conservatorio Etnobotanico della Fondazione Vos e Rubbettino Editore, ha voluto promuovere la mixology e la liquoristica come discipline sostenibili.

Gli appuntamenti del 13 e del 14 luglio sono stati caratterizzati da live set tenuti da bar tender, mixologist e liquoristi. Veri e propri laboratori esperienziali sono state le visite guidate al Conservatorio di Etnobotanica, il primo e unico in Italia che custodisce uno dei più vasti erbari e uno spazio divulgativo sugli usi e i costumi relativi alle botaniche del territorio. Escursioni con le guide Ufficiali del Parco e uscite per il foraging con gli esperti di botaniche alla scoperta del tesoro naturale del Pollino, hanno poi arricchito il programma del Pollino Cocktail Camp. Il grande successo di presenze ha garantito, con forte spirito di collaborazione e condivisione, momenti di interazione tra pubblico, produttori, operatori di settore, bartender e mixologist, chiamati a creare cocktail esclusivi, valorizzando la stagionalità e supportando i prodotti locali. 

«Primo raduno sulla botanica nel mixology nell’area protetta più grande d’Italia che è il Parco Nazionale del Pollino. Abbiamo pensato a questo format per promuovere il patrimonio botanico, la biodiversità officinale e aromatica che vanta uno dei patrimoni più estesi e più ricchi di tutta Europa. Valeva la pena promuoverlo e raccontarlo attraverso un tema molto di tendenza che è quello della mixology. Abbiamo deciso di puntare sulla botanica al mixology unendo le botaniche del parco ai cocktail e ai liquori protagonisti di questo evento. Grande affluenza, infatti, da parte dei liquoristi del sud Italia: la mixology è stata la formula perfetta per poter raccontare il parco da un altro punto di vista» spiega Manuela Laiacona, una degli organizzatori dell’evento.

La distillazione, così come la produzione di liquori e amari, è un mondo in forte crescita. Si passa dai liquori che venivano custoditi gelosamente nelle credenze delle nonne ad esperti del settore che si impegnano a far conoscere in modo alternativo le materie prime del Parco Nazionale del Pollino. Si racconta il territorio a partire dalle realtà locali e regionali, in quello che è il più grande orto botanico del mondo. Usando la prospettiva dell’arte della miscelazione e della liquoristica e l’esperienza degli operatori protagonisti dell’evento, il raduno ha focalizzato l’attenzione su temi di grande portata, quali la salvaguardia della biodiversità, che è punto di riferimento anche per la farmaceutica a livello internazionale. 

A quanto pare il programma non finisce qui per il Pollino Cocktail Camp: si prevede, come anticipato, anche la realizzazione di un libro dedicato alla botanical mixology insieme a Rubbettino Editore che raccoglierà le ricette di alcuni signature della prima edizione del festival.