Messaggi mafiosi sui social, Tik Tok collabora con Nicola Gratteri
I vertici europei del popolare social network hanno imbastito con il magistrato calabrese e il professore Antonio Nicaso: «Non vogliamo essere megafono della criminalità»
Un tempo per dimostrare la fine di una faida e la riconciliazione tra due famiglie, i boss si facevano vedere insieme nella piazza del paese. «Oggi basta una foto su Tik Tok e chi deve intendere intende», spiega il professore Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali e uno dei massimi esperti di ‘ndrangheta al mondo.
«Oggi il digitale – dice – diventa esternazione per il controllo del territorio». È il nuovo sistema che la criminalità organizzata di tutto il mondo adopera per «comunicare con l’esterno». Ma cosa si intende quando diciamo comunicare con l’esterno? «Si veicolano messaggi quali lealtà, onore, fiducia», ci dice Nicaso che su questo tema ha scritto un libro, Il Grifone, insieme al procuratore di Napoli, Nicola Gratteri.
Un libro al quale si è affiancato il folto rapporto curato dal professore Marcello Ravveduto per la fondazione Magna Grecia che parla di «reality show delle mafie». E non è mai stato meno tenero sull’argomento il procuratore Gratteri che ha più volte lanciato l’allarme, definendo Tik Tok «la vetrina delle mafie».
L’incontro a Roma con i vertici di Tik Tok contro le mafie
Il messaggio, si apprende, è stato recepito dai vertici europei del social network che la scorsa primavera, a Roma, hanno incontrato gli esperti in materia: il professore Nicaso, il procuratore Gratteri, il professore Ravveduto e il presidente della fondazione Magna Grecia Nino Foti.