venerdì,Ottobre 4 2024

Cosenza, altro che Festa dell’Unità! La nota al vetriolo di Graziadio, Trecroci e Tinto

In una nota congiunta le preoccupazioni riguardo alla gestione del partito e alla trasparenza

Cosenza, altro che Festa dell’Unità! La nota al vetriolo di Graziadio, Trecroci e Tinto

«La chiamano Festa dell’Unità, ma ratifica esattamente il contrario. Potremmo aggiungere “per l’ennesima volta”, visto che quella che denunciamo da anni – e che ci ha portati a costituire un gruppo consiliare a parte – è proprio una mancanza di dibattito interno al Pd cosentino di cui abbiamo avuto sgradevole conferma. Pensavamo che l’atto della Commissione regionale di Controllo e garanzia fosse stato chiaro, visto che recita, testualmente, che Graziadio, Tinto e Trecroci “sono da considerarsi a tutti gli effetti tesserati del Partito democratico”. Invece no». Così in una nota consiglieri comunali Graziadio, Trecroci e Tinto, del gruppo Democrazia e Partecipazione. «La segreteria cittadina fa carta straccia del documento e, nella Festa dell’Unità, invita sul palco tutti i consiglieri comunali del Pd, anche quelli che non fanno parte del gruppo consiliare del Pd, tranne noi tre. Non è una dimenticanza, ovviamente. È un arrogante atto di forza, paradossalmente segnale di debolezza.

Se questo è il prezzo che dobbiamo pagare per la nostra battaglia di democrazia, libertà e trasparenza lo paghiamo volentieri. Gli spazi di partecipazione sono altri e mostrano di avere grande attenzione per le cose che abbiamo da dire.

Quando si afferma, in conferenza stampa, che «saranno presenti tutti gli esponenti afferenti al Circolo di Cosenza che hanno delle cariche», si mente sapendo di mentire, una pratica politica che un tempo non apparteneva alla grammatica del Pd. Ci saremmo aspettati un richiamo da parte della segreteria regionale, ma in questo caso è stata poco attenta. Peccato, era l’occasione per far capire che, se si vuol far parte di un partito, ci sono delle regole da rispettare. A noi dispiace perché la Festa dell’Unità risveglia in noi ricordi di una militanza pura e appassionata, ma sono ricordi sbiaditi dal tempo. Non è un caso che la Festa dell’Unità non venga celebrata in città da otto anni: le ultime edizioni, che vedevano sfilare sul palco gli stessi dirigenti di oggi, erano state un flop di partecipazione mortificante rispetto agli anni dei dibattiti affollati e della dialettica consapevole e competente.

Ci dispiace, ma se la Festa dell’Unità deve diventare la sfilata dei fedelissimi del Partito dei Perdenti… tanto meglio restare a casa. O partecipare al bel “Festival di letteratura Laudomia”, che affollerà l’altro capo di Corso Mazzini di militanti liberi e sinceri».

Articoli correlati