Traffico «decuplicato» rispetto al passato ed «enormi disagi» per tutti i cittadini. Due dati che, una volta messi a sistema, per l’opposizione consiliare di Cosenza portano a una sola considerazione possibile: che le azioni sulla viabilità messe in campo dall’amministrazione comunale sono «totalmente fallimentari». I consiglieri lo scrivono in una nota redatta nel segno del più classico “Io l’avevo detto».

«Non c’è, forse, frase più detestabile di questa – evidenzia l’opposizione – perché sentirsi dire che noi, esponenti dell’attuale minoranza di Palazzo dei Bruzi, avevamo ragione quando, nello scorso maggio, preso carta e penna denunciammo che la furia demolitrice del sindaco Caruso avrebbe determinato solo il grave ingarbugliamento della viabilità cittadina invece che produrre la facilitazione del flusso dei veicoli, dev’essere difficile per chi della presente situazione ne è il responsabile, ammetterlo. Purtroppo per la città, i fatti non ci hanno smentito».

Il dito, va da sé, è puntato sul cambiamento dei sensi di marcia nel quadrilatero che perimetra il cuore di via Misasi, all’indomani della distruzione dell’isola pedonale costruita davanti agli edifici scolastici “Zumbini” e “Pezzuti”, ma la critica riguarda complessivamente tutte le soluzioni adottate nell’intera città, «perché è dallo scorso lunedì 16 settembre, data di riapertura delle scuole, che tutta Cosenza sembra essere esplosa sotto un’assordante quanto insopportabile cappa di clacson e fumi nocivi. Ma proprio perché non ci si venga a dire che il nostro interesse è solo per via Misasi e dintorni, domandiamo al sindaco Caruso: che fine ha fatto l’annunciata realizzazione della bretella di prolungamento di via Reggio Calabria, strada che scorre parallela a via Popilia? Lui sa bene di aver ereditato dalla giunta che lo ha preceduto ben tre appalti relativi ad altrettanti lotti che completano quel percorso».

Si tratta di appalti che, rileva la minoranza, «da quando la giunta attuale si è insediata non hanno visto alcun atto di evoluzione né procedurale né, tantomeno, operativo. Sa bene, il buon Franz, che essi sono già stati finanziati, affidati e consegnati alle ditte e che attendono unicamente l’esecuzione. E dovrebbe rammentare che quando lo mettemmo sull’avviso che la sua convinzione di allargare la disponibilità delle sedi carrabili in centro città al fine di favorire tragitti apparentemente più brevi non avrebbe ridotto il traffico veicolare ma che, al contrario, si sarebbe rivelata falsa e sbagliata. Ebbene, i provvedimenti suoi e del suo sodale di giunta, Damiano Covelli, che con tonitruante sicumera piddina si vantava, all’atto di mutamento dei sensi di marcia, di aver ridato “respiro” al traffico, hanno al contrario aumentato i flussi delle macchine facendole inevitabilmente convogliare verso tutte le aree disponibili, saturandole».

Dalla protesta alla proposta. Secondo i consiglieri, si sarebbe dovuto «regolamentare e incanalare quei flussi favorendo una mobilità non veloce ma continua e regolare, privilegiare gli spazi pedonali e le piste ciclabili, per tentare un inizio di disincentivazione dell’uso delle automobili private nel cuore della città mediante l’utilizzo di mezzi alternativi ed ecosostenibili» e invece »si è scelto di far respirare ai cittadini i gas di scarico delle automobili. Smog che era incisivamente diminuito grazie alla presenza di quello spazio pedonale di vivibilità, di socializzazione, di sicurezza e di progresso per gli alunni delle scuole adiacenti e per i loro genitori, che dava respiro ecologico all’arteria stradale e la cui demolizione è stata la prima concreta azione politica dell’attuale giunta comunale».

Il tutto, rilevano in conclusione, «in controtendenza con gli obbiettivi green che ogni sana amministrazione dovrebbe prioritariamente privilegiare, invece l’amministrazione Caruso riporta in pieno centro la circolazione ultracongestionata degli autoveicoli e continua a distruggere in spregio al bene collettivo. Giudicammo quella scelta di politiche di viabilità “scellerata”, figlia del pressapochismo, dell’improvvisazione, di un mancato approfondimento e di un’assenza di riflessione. Confermiamo quel giudizio col suffragio dei fatti».