Municipio di Cosenza “occupato”, attivisti di Prendocasa assolti
In sette erano accusati di aver invaso arbitrariamente la sala consiliare per protestare contro i ritardi nell'erogazione dei contributi per gli affitti
Sette attivisti del comitato “Prendocasa” sono stati assolti dalle accuse di occupazione abusiva di luogo pubblico e manifestazione non autorizzata. Dopo aver chiesto il loro rinvio a giudizio, alla fine del processo anche la Procura ha avanzato richiesta di assoluzione nei loro confronti.
I fatti risalgono al 2020, durante i giorni caldi dell’emergenza abitativa, quando ritardi e blocchi nell’erogazione dei contributi per gli affitti, creano seri problemi a diversi cittadini. Nei mesi precedenti c’erano state diverse iniziative di protesta e svariati incontri tra le parti. Quanto avvenuto il 13 ottobre di quell’anno lì, sembrava inserirsi in quel solco.
Quel giorno, i sette di Prendocasa, unitamente ad alcuni affittuari, si piazzano nella Sala consiliare in attesa di incontrare l’assessore al Welfare dell’epoca, Alessandra De Rosa. Il tutto si risolve nel giro di tre ore con gli attivisti che, dopo essersi confrontati con l’esponente dell’allora giunta di Mario Occhiuto, lasciano Palazzo dei Bruzi. Ignorano, però, che ben presto quella giornata tornerà d’attualità.
Qualche settimana più tardi, infatti, su di loro piove una denuncia per invasione arbitraria della sede municipale, in particolare del primo piano. Sarà proprio questo, in seguito, il tema principale del processo durante cui i difensori Giovanni Cadavero, Giuseppe Lanzino, Aurelio Sicilia, Pietro Sammarco, Cristian Cristiano e Paolo Anselmo, hanno dimostrato come “l’invasione” fosse, in realtà un’attesa, quella della venuta dell’assessore, e che in quei frangenti non si verificarono violenze o disagi né interruzioni di pubblici servizi. Un ragionamento che, alla fine del dibattimento, anche la Procura ha fatto suo.