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Processo Athena, i carabinieri ricostruiscono le intimidazioni ai resort di Sibari

Tanti gli argomenti investigativi sviluppati nel corso dell'ultima udienza tenutasi presso il tribunale di Castrovillari

Processo Athena, i carabinieri ricostruiscono le intimidazioni ai resort di Sibari

Nell’ultima udienza del processo Athena, inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, sono emersi nuovi dettagli sull’operato della ‘ndrangheta nella Piana di Sibari. Durante l’esame dibattimentale di un militare dell’Arma, in servizio presso il Nucleo Investigativo di Cosenza, il pubblico ministero antimafia Alessandro Riello ha illustrato parte delle prove raccolte, sebbene l’interrogatorio del teste non sia stato completato.

Le mire della criminalità organizzata sui resort della Sibaritide

I resort della Piana di Sibari, noti per la loro bellezza e comfort, erano da tempo finiti nel mirino della ‘ndrangheta cassanese, con particolare riferimento ai clan Abbruzzese e Forastefano. Tra gli episodi al centro delle indagini spicca l’incendio, avvenuto il 29 dicembre 2018, che ha danneggiato alcuni locali di una delle strutture ricettive. I carabinieri di Cassano Ionio intervennero dopo essere stati informati dell’incendio, ma le prime attività investigative non produssero risultati immediati.

Il ruolo di Maurizio Falbo e le intercettazioni

Le indagini si sono concentrate successivamente su Maurizio Falbo, ritenuto vicino al clan degli “zingari” di Cassano Ionio. Le intercettazioni effettuate dalla Dda avrebbero rivelato come Falbo avesse espresso l’intenzione di colpire direttamente il resort, commentando con un parente che era arrivato il momento di “accendere il focolare”. Inoltre, chiedeva supporto logistico a Nicola Abbruzzese, alias “Semiasse”, per individuare una persona disposta ad accompagnarlo nella zona.

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Il soggetto scelto per portare a termine l’atto intimidatorio sarebbe stato Amjad Iqbal, detto “Mustafà”, al quale Falbo avrebbe ordinato di procurarsi i passamontagna. Dopo l’azione, Falbo si sarebbe preoccupato di verificare i danni provocati, contattando amici che lavoravano presso la struttura.

I riferimenti all’omicidio del boss Leonardo Portoraro

Nel corso delle intercettazioni, Falbo avrebbe fatto riferimento all’omicidio del boss storico Leonardo Portoraro, avvenuto sette mesi prima a Villapiana. Durante una conversazione con un conoscente, Falbo descrisse l’uccisione di Portoraro come un cambiamento nell’“amministrazione”, usando una metafora per indicare l’eliminazione del “sindaco”.

Rifiuto alle richieste estorsive e nuovi atti intimidatori

Nonostante le pressioni, il titolare e il gestore del resort non hanno mai ceduto alle richieste estorsive della criminalità, opponendosi fermamente. Questo portò a nuovi episodi intimidatori, tra cui un incendio appiccato alla lavanderia del resort a inizio 2019, solo tre giorni dopo un’altra intimidazione subita da uno dei gestori.

Processo Athena, ulteriori capi d’accusa

Nel corso del processo Athena, in corso di svolgimento presso il tribunale di Castrovillari, sono stati trattati altri argomenti d’indagine. L’esame ha consentito di porre l’attenzione su un presunto “cavallo di ritorno” di il furto di un’auto a Cosenza il 26 maggio 2019, con una richiesta estorsiva di 2.500 euro per la restituzione, contestato a Leonardo “Nino” Abbruzzese, Francesco Abbruzzese (classe 1996), Maurizio Falbo e Domenico Falbo.

Inoltre, un’estorsione a una concessionaria: una richiesta di 10.000 euro l’11 luglio 2019, rivolta a una concessionaria auto di Cassano Ionio, contestata a Nicola Abbruzzese, Pasquale Forastefano e Vincenzo Rovitti. Ed ancora, una presunta simulazione di reato relativa all’organizzazione di un presunto furto di dieci fucili, quattro pistole e munizioni, simulato per creare false tracce e attribuirlo a terzi. Questo reato è stato contestato a Maurizio Falbo, Giuseppe Falbo, Amjad Iqbal e Katia Cairo.

Infine alcune cessioni di droga contenute nel capo d’accusa 42, contestato a Nicola Abbruzzese, Rocco Abbruzzese, Maurizio Falbo, Katia Cairo, Lucia Mastrota, Giuseppe Falbo, Amjad Iqbal e Pasquale Forastefano. Tutti accusati di spaccio di sostanze stupefacenti tra il 2018 e il 2019 nella zona di Cassano Ionio.

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