Joggi, la fornace e la cappella di famiglia: qui batte il cuore di Dario Brunori (che cantava alla festa patronale)
Viaggio a Santa Caterina Albanese, dove il cantautore ha vissuto fino all'età di tredici anni. Il sindaco Davide Bufano: «Presto gli consegneremo le chiavi della città»
Imola, anni Cinquanta. Luigi Brunori raccoglie la famiglia e si trasferisce a Santa Caterina Albanese, dove gli è stata affidata la direzione della fornace che si trova nella frazione di Joggi. La piccola fabbrica – che fino ad allora rischiava la chiusura – risorge a vita nuova e sfama la gente del posto.
Joggi, 2025. L’ultimo censimento attesta che gli abitanti della frazione di Santa Caterina Albanese – fino al 1928 parte integrante del Comune di Fagnano Castello – sono appena novantaquattro. Il silenzio che avvolge case vuote e diroccate accetta di farsi da parte soltanto d’estate, quando lo Joggi Avant Folk – festival di musica, teatro, arte, cinema e letteratura istituito nel 1998 – torna ad animare i vicoli di un borgo preso a morsi dallo spopolamento.
I giovani partono. Gli anziani se ne vanno, ma senza valigia: il cimitero di Joggi diventa stretto. Nella cappella di famiglia riposano Luigi Brunori e suo figlio Bruno, papà di Dario. La casa, dove il cantautore ha vissuto fino all’età di tredici anni, è stata venduta. Ma lui torna ogni volta che può, perché questo è il suo posto del cuore.
Davide Bufano, il giovane sindaco di Santa Caterina Albanese eletto lo scorso mese di giugno, ammette: «Non ho ancora avuto il piacere di conoscere Dario Brunori. Non appena tornerà da Sanremo, organizzeremo una cerimonia per consegnarli ufficialmente le chiavi della città».
N’è passato di tempo dall’agosto 2011, quando Dario Brunori si esibì alla festa di San Francesco di Paola, patrono di Santa Caterina Albanese. Il ragazzo sbarbato – che cantava su quel piccolo palco di paese – ha conquistato il teatro dell’Ariston sin dal primo giro di chitarra, e il suo festival l’ha già vinto. Il sindaco Davide Bufano ha un solo (piccolo) rammarico: «Purtroppo non abbiamo una struttura riscaldata dove poter seguire tutti insieme Sanremo, e qui la sera fa davvero molto freddo per pensare di sistemare un maxischermo all’aperto».
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