Cosenza, la musica del cambiamento ha la voce delle donne
Intervista a Gennaro De Rosa, direttore artistico del festival “Music For Change 16th” al via lunedì 19 maggio in città
Accade che resti la musica a poter cambiare le cose, proprio come i supereroi nei film. È la magia delle note e delle parole, del flusso energetico che si crea. Esattamente la mission di “Music for Change” che, dal 2021 in avanti, è diventato il brand che ha sostituito quello che era lo storico premio “Musica contro le mafie”, nome dell’associazione presieduta da Gennaro De Rosa. Sta dunque qui il senso di un festival con tanti eventi nell’evento che, “in questo particolare momento storico – sottolinea De Rosa – prova ad azionare un’onda che sia energia pensante, tentando di non spegnere lo spirito critico, di non essere indifferenti”.
Al via la settimana dei panel tematici
Lunedì 19 maggio a Cosenza parte ufficialmente la sedicesima edizione ed a lanciare ufficialmente gli appuntamenti è il presidente De Rosa che, nel ruolo di direttore artistico, al programma ha lavorato a lungo con dedizione. “Abbiamo pensato di trasformare il premio da realtà che ricercava brani tematici a sfondo sociale, in incubatore di musica a sfondo civile, cioè di un progetto che si occupa di fornire (ad artisti che riteniamo adatti a questo percorso) supporto e strumenti per scrivere dei temi a noi cari e che abbiamo deciso di sposare e fare nostri”.
Le 8 tematiche ispirate ad Agenda Onu 2030
In sintesi, spostando l’occhio di bue dal “contro” al “per”, tutte le attività, dal 2021 in poi, sono legate ad 8 tematiche, ovvero: Resistenze e Democrazia, Ambiente ed Ecologia, Cittadinanza digitale e Cyber risk, Lavoro e Dignita, Parità di genere e Diritti lgbtq+, Migrazioni e Popoli, Disuguaglianze e Marginalità sociale, Rigenerazione e Futuro. “Tutte le nostre attività – spiega Gennaro De Rosa – oggi si reggono su questo. La scelta nasce da un momento di crisi nostra, che poi abbiamo visto riflettersi in una crisi altrettanto forte dell’Antimafia sociale e delle difficoltà di permeare soprattutto le giovani coscienze”.
Quella frase illuminante di don Ciotti
“Music For Change” non è soltanto una rassegna culturale. Sullo sfondo c’è la riflessione sociale, un’interconnessione con le giovani generazioni. Gennaro De Rosa ne spiega i valori fondanti: “La linea nasce in un certo senso da una frase di don Luigi Ciotti durante la pandemia, in quel periodo un mantra che recitava: ‘Lavorare per un cambiamento che non sia adattamento alle emergenze, ma cambiamento reale e profondo’. Ci ha dato la spinta per questo upgrade, senza ovviamente rinnegare la nostra radice, proprio perché tutte le tematiche restano comunque legate all’impegno antimafia (dalle “resistenze”, che poi è il tema che lo ingloba, passando pure per ‘l’ambiente’, ‘l’emigrazione’, le ‘disuguaglianze’, il ‘lavoro’)”. Un cammino che ha visto nel tempo una sua evoluzione: “Ci stiamo accorgendo negli anni che spostare l’attenzione su questi temi caldi ci ha messi in una luce differente agli occhi dei più giovani. Mi riferisco – sottolinea Gennaro de Rosa – sia ai giovani artisti sia ai big ma, soprattutto, ai fruitori che percepiscono alcune tematiche come più reali e vicine alla loro vita quotidiana. Abbiamo costruito e continuiamo a costruire format che sono vicini ai linguaggi che i ragazzi conoscono e nei quali si riconoscono. Li cavalchiamo riempendoli di contenuti”.
Questa edizione dedicata alle proposte al femminile
“Quest’anno abbiamo deciso di puntare sulle proposte artistiche, musicali, culturali che vengono dal mondo femminile”. Gennaro De Rosa, però, tiene a precisarlo: “Questa scelta non è avvenuta perché ci siamo imposti di scegliere delle donne, ma perché nei campi di nostro interesse le testimonianze migliori erano quelle di donne. Cioè: non abbiamo scelto una tematica per aprire e dare spazio alle donne, piuttosto abbiamo scelto delle donne perché in quella precisa tematica, secondo il nostro punto di vista, erano le migliori”. Per esempio? “Mi riferisco alla corrente delle nuove cantautrici come Giorgieness, Amara, Giulia Mei, Gabriella Martinelli, Valentina Lupi la stessa Francamente che premieremo al teatro Rendano il 31 maggio con il nostro premio speciale Music for Change (lo assegniamo dal 2016 ad artisti e artiste che nell’anno precedente hanno scritto o si sono spesi in qualità di divulgatori su uno o più temi a noi cari). Ma poi, anche nella sezione dei panel e dei libri, avremo Rosy Bindi, Francesca Coin, il sostituto procuratore nazionale antimafia Ida Teresi, le attiviste iraniane Maysoon Majidi e Parisa Nazari, la regista Giorgia Furlan, la giovanissima giornalista italo-libanese Valeria Rando, la responsabile nazionale della comunicazione della Polizia di Stato Roberta Mestichella e tante altre.
Le ospiti della sezione “Culture for Change2
Non finisce qui. Nell’ambito della sezione dedicata ai libri, nel ricco cartellone di “Music for Change 16th” sono presenti: la giornalista e conduttrice di Raitre Eva Crosetta, Ariela Piattelli, Clarice Trombella, Ariela Rizzi. “Anche i nostri support team e le coordinatrici del contest musicale – aggiunge con un certo orgoglio De Rosa – sono a trazione totalmente femminile. Dirlo oggi sembra retorico e spesso viene vissuto quasi come studiato per avere la medaglia. Nel nostro caso è stato un processo naturale e ci siamo accorti di tutto questo solo quando abbiamo ultimato il programma”.
L’importanza di coinvolgere i ragazzi
In particolare i panel, con incontri specifici sulle diverse tematiche, sono destinati ai ragazzi delle scuole e sono sold-out. “Musica contro le mafie APS lavora per loro, noi lavoriamo costantemente pensando a loro ma soprattutto pensando CON loro. Questa edizione per una serie di contingenze, cade a maggio, in un periodo molto complesso del percorso curricolare scolastico degli studenti. Stiamo combattendo come dei leoni per riuscire ad abbattere i muri di cui parlavo. Io ho sempre creduto e credo – dice ancora Gennaro De Rosa – in una scuola aperta, e per aperta non intendo la scuola ‘progettificio’ ma la scuola che dia agli studenti la possibilità di scegliere oltre la giusta programmazione curricolare. Spesso dimentichiamo che i ragazzi della generazioni alpha e zeta (e quelle successive ancor di più) hanno una velocità di pensiero e sono talmente calati nell’attualità che possono davvero darci, loro a noi, degli strumenti per vedere i temi di cui ci occupiamo e le problematiche da essi derivanti sotto un’altra ottica, completamente differente. Anzi, arricchente. Noi dobbiamo lavorare per costruire il loro futuro, in un mondo come loro lo immaginano, ma spesso siamo talmente impauriti da ciò che non siamo capaci di leggere o comprendere che decidiamo di mettergli davanti dei blocchi anziché farli progredire e a nostra volta progredire noi con loro”.
Presente e domani di “Music for Change”
Music for Change quest’anno spegne la sua sedicesima candelina. Dopo questa fase live cosentina che prende il via lunedì 19 maggio, la rassegna si sposterà per qualche mese nel mondo aumentato/virtuale. Quindi si tornerà “fisicamente” a Cosenza il 10 ottobre e, a seguire, la carovana della rassegna si trasferirà come ogni anno su Sanremo nella settimana del festival della canzone italiana dove, da tradizione, si chiude ufficialmente l’edizione in corso. Gennaro De Rosa annuncia in anteprima: “Abbiamo pensato di fermarci per qualche tempo al pit-stop per ridisegnare alcune cose e metterne a punto delle altre. Il mondo della musica, della cultura, il mondo in generale cambia ormai ad una velocità incredibile e dobbiamo cercare di stare al passo se vogliamo continuare ad essere da stimolo al pensiero critico dei giovani oltre che una spina nel fianco di coloro che frenano i processi evolutivi e di cambiamento.
La “resistenza” made in Calabria forse lascia la Calabria
“Stiamo valutando per la prima volta la possibilità di cambiare le nostre roccaforti – confessa con amarezza Gennaro De Rosa – Da anni ci invitano a spostare il nostro baricentro, ma abbiamo sempre creduto che dalla nostra terra (lo zoccolo duro dell’associazione ha origini e legami forti con la Calabria) dovesse partire questa buona pianta da contrapporre alla malapianta che ha sempre infestato e riempito (purtroppo non senza una base di verità) il pregiudizio sulla Calabria. In tutta sincerità, devo ammettere che per la prima volta stiamo prendendo in esame l’idea di portare la nostra proposta, o alcune parti, in territori che ci appaiono più interessati a ciò che seminiamo da anni qui sul territorio”.
Il legame con il Centro storico di Cosenza
Il presidio culturale rappresentato da Music for Change, ha uno stretto legale con la parte vecchia del capoluogo bruzio. “Da anni il centro storico di Cosenza ospita le nostre attività perché qui abbiamo sempre trovato una contingenza di spazi belli e ospitali che ci consentivano la creazione di una sorta di villaggio del festival”. A tal riguardo, sono stati utilizzati l’ex Museo delle Arti e Mestieri di corso Telesio, l’auditorium Guarasci, lo stesso teatro Rendano. E soprattutto, sottolinea De Rosa, “avevamo nel centro storico un luogo del cuore, un posto che, per la sua essenza progettuale e par la sua natura, ha influenzato anche il nostro percorso”. Il riferimento è all’area che ospita i BoCs Art, alla confluenza dei fiumi. “Tuttora, siamo innamorati di questo spazio ma, ahinoi, da due anni, ormai, non possiamo utilizzarlo. Per tale ragione, abbiamo spostato la residenza artistica in uno spazio per noi nuovo che è il Parco d’arte Alt Art di Rende, Certo, ci trasferiamo con grande entusiasmo ma i BoCs Art di Cosenza restano nei nostri cuori. Mi auguro che potranno presto ritrovare la dignità, il lustro e il riconoscimento del loro valore. Un luogo unico al mondo che non può essere dimenticato e noi non lo dimenticheremo mai. La nostra battaglia pacifica, silenziosa e mirata per tornare a riviverli non si fermerà facilmente”.
In futuro a Cosenza solo se la residenza artistica sarà ai BoCs Art
Ciò significa che si tornerà a chiedere l’utilizzo dei BoCs Art all’Amministrazione comunale? “Se oggi mi chiedessero cosa potrebbe far pendere l’ago della bilancia sul far rimanere o meno in città la nostra attività principale – risponde senza filtri Gennaro De Rosa – non avrei dubbi nel dire che i Bocs Art potrebbero essere il peso in ottone che ribalta il piatto”.
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