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Cinque tifosi fermati, otto poliziotti e due steward feriti, cinque auto danneggiate: è il bilancio della notte di follia a Brescia dopo la sconfitta interna nel playout con il Cosenza che ha condannato le Rondinelle alla Serie C dopo 38 anni. Degli agenti feriti, cinque sono del reparto di Padova e tre del reparto di Milano, uno quali è stato operato per la frattura a una gamba. Unanime la condanna per gli scontri. «Ancora una volta, evidentemente, dei criminali travestiti da tifosi confondono lo sport con la violenza», ha denunciato il segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, Domenico Pianese.
Il caos dentro e fuori lo stadio Rigamonti è scoppiato dopo il gol del pareggio del Cosenza al 95mo, quando la gara è stata interrotta dall’arbitro Massa per il fitto lancio di fumogeni dalla Curva Nord e l’invasione di campo di diversi tifosi, uno dei quali avrebbe anche minacciato un giocatore con un coltello. Le squadre sono rientrate negli spogliatoi mentre la polizia in tenuta antisommossa ha arginato gli ultras bresciani già sul terreno di gioco. La partita non è più ripresa ma attorno allo stadio si è scatenato l’inferno: l’auto del difensore bresciano Huard è stata danneggiata e incendiata e ci sono state sassaiole verso gli agenti schierati per impedire l’assalto ai tifosi del Cosenza rimasti dentro lo stadio fino all’una di notte. Gli ultras hanno anche tentato invano di sfondare le porte di accesso agli spogliatoi dove si erano rifugiati anche alcuni parenti dei giocatori presenti in tribuna.