Dopo il 2-1 sulla Cavese, il tecnico rossoblù elogia gruppo, dedizione e appartenenza: «Quello fatto nel girone d’andata da questa squadra va oltre ogni elogio»
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Una vittoria da leggere nella sua interezza, senza semplificazioni. Antonio Buscè analizza così il successo per 2-1 sulla Cavese, maturato al termine di una gara intensa e sofferta, degna chiusura del girone d’andata. «Sapevamo che sarebbe stata una partita di sacrificio totale», ha spiegato il tecnico, riconoscendo i meriti dell’avversario e del collega Prosperi. Il Cosenza, pur costretto a convivere con momenti di pressione soprattutto nella ripresa, ha concesso pochissimo: «Abbiamo subito un solo tiro nello specchio ed è stato un eurogol. Per il resto la squadra ha tenuto, anche negli ultimi venticinque minuti».
Il tecnico rossoblù non nasconde le difficoltà affrontate anche in questa gara, tra stanchezza e scelte obbligate. «La carica era a terra, avevo bisogno di fare dei cambi. D’Orazio era in sofferenza, Barone ha avuto un risentimento nel riscaldamento e ho dovuto adattare Contiliano», ha spiegato. «Ma lo dico sempre: io faccio l’occhio ai ragazzi, perché quello che stanno dando va oltre».
Infine, una riflessione personale che racconta il percorso iniziato in estate. «Non mi dimentico mai da dove siamo partiti. A inizio stagione mi sono chiesto: “Da dove inizio?”», ha confessato Buscè. «Guardando oggi questa squadra, il modo in cui i giocatori parlano e vanno tutti nella stessa direzione, capisco che il lavoro mentale è stato fatto. Per questo qualsiasi voto alto, per me, è meritato».

