Uno striscione, una foto che fa il giro dei social, una serie di dubbi. Un post su X che ne scatena altri. Lo striscione “Free Palestine” con cui la Curva Nord del Cosenza ha accolto l’ingresso in campo dei Lupi nel match di venerdì sera contro il Modena è diventato un caso. Molte le pagine, soprattutto filopalestinesi, che hanno ripubblicato la foto. Fra i diversi post di apprezzamento, però, ne spunta uno non particolarmente favorevole.

È quello di Elisa Garfagna, doppiatrice nota per le sue posizioni filoisraeliane. Un post indignato, che ricalca un messaggio che Garfagna avrebbe ricevuto in privato. «Mi scrivono da Israele – si legge nel post – Cosenza-Modena. Una vergogna!! Questi imbecilli cantano mentre io sto in rifugio». E poi una domanda. «Dove li tirano fuori i soldi per questi striscioni?». Tanti, però, i commenti che esprimono dubbi non tanto sulla disponibilità economica degli Ultras della Curva Nord, quanto sulla veridicità del messaggio ricevuto.

Striscione “Free Palestine”, sul post di Garfagna i dubbi degli utenti

Molti fra i commenti sul post Twitter di Garfagna esprimono dubbi sulla veridicità di quanto affermato dalla doppiatrice. In particolar modo, i dubbi riguardano l’autenticità del messaggio che le sarebbe arrivato direttamente da un rifugio in Israele. Innanzitutto perché risulta complesso, secondo molti, che nel pieno di una guerra qualcuno possa sintonizzarsi su una gara del campionato di Serie B italiano. In secondo luogo, poi, anche la possibilità di accedere a DAZN dall’estero con una connessione stabile.

Tanti i commenti che derubricano il post di Garfagna a una presa di posizione nata semplicemente dalla foto dello striscione “Free Palestine”, circolata immediatamente dopo la sua esposizione in Curva Nord. Qualcuno fra gli account che interviene chiede la chiusura dello stadio proprio a causa dello striscione. Nel post, Garfagna ha taggato anche la Polizia di Stato, la città di Modena e soprattutto l’account Twitter del Cosenza Calcio, che però non ha risposto.

Garfagna scrive: «Insultata dai tifosi del Cosenza»

Dopo che il post è stato retwittato in chiave ironica da diversi account, fra i quali anche la nota pagina “La Ragione di Stato”, Elisa Garfagna è tornata all’attacco con un nuovo post. «I tifosi del Cosenza si sono risentiti del mio post e mi hanno omaggiato di tanti messaggi privati intrasmissibili. Se questa è la cultura del calcio antisemita e misogina – scrive – dovremmo veramente pensare di chiuderli questi stadi e aprire le biblioteche». Senza sapere, evidentemente, che la tifoseria rossoblù è una delle più impegnate in Italia anche nella battaglia alla violenza di genere. Un esempio su tutti, lo striscione dopo il femminicidio Cecchettin fuori dalla Curva Nord.