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Oggi, sull’edizione cartacea de La Gazzetta dello Sport, una pagina intera dedicata a mister Davide Dionigi che in una lunga intervista ha parlato di questo sorprendente avvio del suo Cosenza.
«A Cosenza condizioni migliori per lavorare»
Come ha vissuto Dionigi il lungo periodo di inattività prima dell’approdo quest’estate al Cosenza? «Col tempo vengono i capelli bianchi e capisci. Una volta mi sarei arrabbiato, adesso si riflette e si cerca di far scelte intelligenti e stimolanti. Non si cerca di lavorare serenamente, perché nel calcio non succede mai, ma nelle condizioni migliori. E qui le ho trovate, a prescindere dai risultati. Mi sono goduto i figli, poi mi sono aggiornato. Per migliorare e correggere gli errori, ho visto partite e fatto riunioni con lo staff. Negli ultimi anni sono sempre subentrato, anche in situazioni difficili, adesso sono partito dall’inizio e c’era molto da fare».
Cambio modulo
A Cosenza si è vista una squadra con la difesa a 4. Un’inversione di tendenza in confronto alla difesa a 3 che avevano mostrato le squadre di Dionigi ultimamente: «Avevo sempre preferito la difesa a 3, qui invece per le caratteristiche dei giocatori è meglio così. Questo 4-2-3-1 o 4-3-3 che facciamo ha gli stessi principi, ma è un’evoluzione, la squadra cammin facendo cambierà. Non è questione di numeri, ma di concetti di gioco: occupazione degli spazi, interscambiabilità dei ruoli, nessuna schematicità».
Entusiasmo
Dionigi ha trovato un ambiente ancora pieno di entusiasmo dopo la salvezza raggiunta agli spareggi l’anno scorso: «Sono rimasti pochi giocatori, ma sono stati i primi a trasmettere entusiasmo. Avete visto le nostre esultanze dopo i gol? Sembrava che avessimo vinto i playoff, vuol dire che dentro c’è tanta gioia» . In attacco la guida, l’esempio è sempre Larrivey: «C’è anche Butic, con i giovani Nasti e Zilli. Siamo una squadra giovane, ragazzi con fame e voglia di dimostrare. Più lui, Rigione e Rispoli che li guidano: Larrivey ha 38 anni ma è integro, non ha mai saltato un allenamento e io a volte lo fermo. Un esempio, vero leader. Se dovessi paragonarlo ad un vino? Direi un Barolo, invecchiato il giusto, che lo stappi ed è una bellissima sorpresa». Domenica intanto si va a Parma: «Ci vogliamo gustare una grande partita contro una grande squadra. Mi piace il clima dell’Emilia, ma non sento i derby. Sono di Reggio ma sono cresciuto nel Modena, e domenica l’abbiamo battuto: mi sono goduto la vittoria, senza pensare al resto»
Il rapporto con la Calabria
Dionigi ha vinto il titolo di capocannoniere di B con la maglia della Reggina nel 1997, Da lì è nato un rapporto speciale con la Calabria: «Ho anche giocato a Crotone e allenato a Catanzaro. La Calabria è una terra che mi ha dato tanto, al di là dei successi. Spero di ricambiare». Com’è cambiato quest’anno il campionato di Serie B? «C’è una mentalità più europea, squadre più portate alla ricerca del gioco, partite aperte e tanti botta e risposta. Questo porta a qualche gol in più, me ne aspetto sempre di più. È aumentata l’aggressività nella metà campo avversaria, si pressa o più alti, prima si aspettava. Differenze col passato? Ai miei tempi c’erano forse giocatori di maggior qualità, ma a livello fisico e di intensità oggi siamo molto più avanti».