Tutti gli articoli di Cosenza Calcio
PHOTO
Doping, scommesse, falso in bilancio: non erano gli ultras il male del calcio? Mentre a Coverciano la polizia entrava nel ritiro della Nazionale per sentire Zaniolo e Tonali, gli ultrà fiorentini della Curva Ferrovia appendevano questo striscione alle inferriate dello stadio Franchi. Per quanto siano gemellati con chi sappiamo noi, come non essere d’accordo?
Anzi, se mi è permesso, aggiungerei al terzetto anche la stampa: il famoso “contropotere”. Difficile credere che ciò che è giunto nelle mani di Fabrizio Corona non fosse noto, e già da tempo, almeno a qualcuna tra le principali testate nazionali. Tralasciando lo sconcerto per un Paese che ha trasformato ancora una volta l’ex signor Moric in una specie di 007, me ne resta molto di più per chi, forse, ha derubricato a pruderie (o ha preferito voltare lo sguardo di fronte a) uno scandalo che potrebbe essere molto più profondo rispetto ai nomi emersi finora. O finire, come spesso accade alle nostre latitudini, a tarallucci e vino.
E dire che, a me, gli scommettitori in sé non hanno mai fatto antipatia. Per gli autentici ludopatici, invece, provo sincera compassione. Il prototipo del “giocatore”, per me, rimane il protagonista di Shape of my heart di Sting. Che non lo fa per i soldi, ma per conoscersi. Direi quasi che, tra i numeri su cui punta e le carte che gioca, in fondo scommette su se stesso.
Ed è a questo obiettivo, alla ripresa del campionato dopo la sosta, che chiamo il Cosenza di Fabio Caserta. La vittoria col Lecco ci ha dimostrato che, anche dopo una importante vittoria esterna, sappiamo non sottovalutare nessuno in questa categoria. Quando sembrano morti, diventano pericolosissimi, amava scrivere sui muri dello spogliatoio Gianni Di Marzio. E le squadre che andremo ad affrontare da domenica, per parafrasare Ionesco, perlomeno non si sentono tanto bene.
Al Ferraris, finora, la Sampdoria è uscita sconfitta quattro volte su quattro, mentre lo Spezia ha racimolato solo due pareggi. Male anche i ruolini esterni di Feralpisalò e Reggiana. Se i cambi di panchina per ora hanno interessato Cremonese, Bari e Lecco, gli allenatori delle nostre prossime quattro avversarie non dormono certo sonni sereni.
Casino boogie fu scritta dai Rolling Stones per scommessa pescando a caso tra appunti sparsi nello studio di registrazione. Beh, loro potevano permetterselo. Noi no. Scommettere su se stessi significa essere consapevoli che le sfide che precedono la terza sosta (e la partita che tutti aspettiamo, alla successiva ripresa) ci diranno se siamo cicala o formica. Contro Modena e Brescia, siamo stati cicala e abbiamo buttato via due punti che oggi significherebbero “quota 16”. E magari oggi questo cambia poco, ma a fine stagione spesso è così che Martin perde la cappa.
Una squadra, che nelle zone alte della classifica vuole restarci, deve anche imparare ad affrontare da formica formazioni insicure e indebolite da risultati magri. Ma, proprio per questo, pericolosissime. Mi sento di scrivere che le prossime quattro sfide possono davvero fare la differenza in vista dell’inverno.
Una scommessa, finora vincente, è stata sicuramente quella di giocare un calcio propositivo. Ma sappiamo tutti che questo ci ha esposto e ci esporrà a maggiori rischi, anche con le avversarie più deboli – e dovremo saperli correre. Peraltro, e a dispetto dei punti ottenuti, le statistiche ad oggi ci descrivono un Cosenza più pericoloso in casa, mentre lo è meno (ed è pure più sofferente) in trasferta. C’è quindi ancora da lavorare, sia nel reparto difensivo (rafforzarlo sia in tecnica che in tattica) che in quello offensivo. Senza aver paura di perdere qualche mano.
Senza togliere nulla a nessuno, da Tutino a Calò uomo assist, da Meroni a u Squalu (e specie ora che si è sbloccato), per il momento un calciatore davvero essenziale al nostro gioco è Mazzocchi. Ma questo non significa che debba partire sempre da titolare. Cinque cambi a disposizione vuol dire poter scommettere su una formazione diversa a tre quarti di gara. E questa è una opzione che il Cosenza negli anni scorsi non aveva – e non molte altre squadre hanno in categoria, specie nei reparti offensivi.
Ovviamente fanno eccezione le big Parma, Palermo e Venezia – che si stanno consolidando ai primi posti assieme al Catanzaro. Vedo una Cremonese in ripresa, capace di riprendersi subito dopo la sconfitta col Parma. E un Como solido, nonostante la giornataccia contro i grigiorossi. Ci vorrà tuttavia fine novembre per avere (anche grazie ai recuperi) un quadro autentico della classifica. Tante, troppe big continuano a stentare. Per questo mettere fieno in cascina ora è la vera scommessa: che consentirebbe di affrontare dicembre (specie il trittico Parma, Bari e Como in dieci giorni, a cavallo di Natale) con maggiore serenità.
Scommettere su se stessi significa anche non cedere alla tentazione di sentirsi sicuri. Per imparare, invece, a essere più duttili di fronte ad avversari che cominceranno ad affrontarci come una realtà più che una sorpresa. E la nostra scommessa dev’essere, invece, proprio quella di saperli sorprendere ancora.