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Riscuoteva le rate dei prestiti usurai, eseguiva le intimidazioni a commercianti e imprenditori, si muoveva sopra e sotto, a destra e a sinistra, agendo sempre come factotum del capo, ovvero Roberto Porcaro. Si è presentato così Francesco Greco, il nuovo collaboratore di giustizia del quale oggi sono state rese note le prime confessioni. Un impiegato del crimine, ma impiegato di concetto alla luce dei tre verbali d’interrogatorio che lo riguardano, calati dalla Dda sulla scena del processo “Reset”. Documenti zeppi di omissis ma anche densi di fatti e misfatti ascrivibili all’organizzazione di cui ha fatto parte prima di pentirsi.
Greco ha fornito anzitutto un elenco molto esteso dei negozi e delle attività imprenditoriali di Cosenza e dintorni, vittime di estorsione da parte del suo clan. Ce n’è per tutti i gusti tra bar, macellerie, pub, negozi d’abbigliamento e poi autoconcessionarie, ditte edili, stazioni di servizio. A Natale e Ferragosto così come a Pasqua, versano alla criminalità le quote a loro richieste, che il pentito mostra di conoscere benissimo. E in alcuni casi si tratta di cifre monstre. Pagano tutti senza fiatare, in ossequio anche alla dura legge imposta da Francesco Patitucci. Proprio Porcaro, infatti, gli avrebbe rivelato un giorno il pensiero del boss sull’argomento: «A Cosenza devono pagare tutti, anche gli uccelli che volano».
Capitava, però, che qualcuno non recepisse il messaggio, «in quel caso – racconta Greco ai magistrati – procedevamo con segnali di crescente gravità finché non ottenevamo risposta dalla vittima designata». E a proposito dei «segnali», il pentito li illustra nel dettaglio. Il primo consiste nel posizionamento della classica bottiglia incendiaria. Dopo averla ricevuta, consuetudine vuole che sia la stessa vittima ad attivarsi per contattare “gli amici degli amici”, ma se ciò non avviene, «gli incendiamo la macchina». E se quello continua a fare orecchie da mercante, «Roberto Porcaro, come indicazione generale, ci diceva che avremmo dovuto avvicinarlo, minacciandolo con armi e il volto travisato».