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Si allarga l’inchiesta della Procura di Catanzaro che scuote la sanità calabrese: tra i dodici professionisti finiti nel registro degli indagati ci sono anche due medici legati all’Annunziata di Cosenza. Uno di loro è Andrea Bruni, da ieri ex primario del reparto di Anestesia dell’ospedale cosentino. Con lui, sotto indagine anche Eugenio Garofalo, anch’egli anestesista.
Entrambi sono accusati di aver svolto attività extra moenia non autorizzate, in violazione del contratto con l’ospedale e con l’università. La Guardia di Finanza, attraverso analisi bancarie e documentali, ha individuato incarichi esterni, anche societari, che sarebbero incompatibili con la funzione pubblica ricoperta dai due medici. Al momento per Bruni l’accusa è ancora in fase di ipotesi investigativa.
L’inchiesta, si muove su due fronti. Il primo riguarda proprio l’esercizio della professione medica in strutture private non autorizzate, con prestazioni incompatibili con gli incarichi pubblici. Il secondo filone, invece, si concentra sulla gestione delle liste d’attesa all’interno del reparto di Oculistica dell’azienda ospedaliero-universitaria “Dulbecco” di Catanzaro, guidato dal primario Vincenzo Scorcia.
Quest’ultimo è uno dei due indagati – insieme alla segretaria Maria Battaglia – per cui è scattata la misura degli arresti domiciliari. Secondo l’accusa, avrebbe garantito corsie preferenziali a pazienti che in precedenza erano stati visitati in regime privato.
Tra i reati contestati a vario titolo figurano: truffa, peculato, concussione e interruzione di pubblico servizio. Il gip ha disposto anche un maxi sequestro di beni per un valore complessivo di quasi un milione di euro, distribuito tra alcuni dei professionisti coinvolti. Solo a Bruni sarebbero stati sequestrati 62mila euro. I riflettori, ora, sono puntati anche sull’Annunziata, mentre il terremoto giudiziario travolge la già fragile fiducia nella sanità calabrese.