Sei sospensioni, maxi-sanzioni, prescrizioni di sicurezza e addirittura un minore trovato al lavoro. È il bilancio dell’ultima operazione di vigilanza congiunta condotta dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Cosenza e dai militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) dei carabinieri a Cosenza. L’attività ha riguardato i settori dei pubblici esercizi e dell’edilizia, portando alla luce numerose irregolarità e un preoccupante ricorso al lavoro nero. Le sanzioni complessive superano i 70.000 euro.

Pubblici esercizi nel mirino: un minore tra i lavoratori in nero

Nel mirino degli ispettori sono finiti un agriturismo, due saloni di parrucchieri, un centro estetico, una lavanderia, un bar e un’officina di macchine agricole. I controlli hanno evidenziato numerose violazioni, in alcuni casi tali da richiedere la sospensione immediata dell’attività imprenditoriale.

  • Nell’agriturismo ispezionato sono stati trovati 2 lavoratori in nero su 4 presenti. È scattata la sospensione, accompagnata da una somma aggiuntiva di 2.500 euro e una maxi-sanzione di 7.800 euro.
  • In un negozio di parrucchiere, un lavoratore su 2 risultava irregolare: anche qui è stata disposta la sospensione e comminate una sanzione aggiuntiva da 2.500 euro e una multa da 3.900 euro.
  • Nel secondo salone, con un solo lavoratore completamente in nero, è stata applicata solo la maxi-sanzione da 3.900 euro, trattandosi di una microimpresa.
  • Stessa sorte per il centro estetico, dove anche in questo caso è stato trovato un solo lavoratore irregolare: 3.900 euro di sanzione.
  • Nella lavanderia, invece, 1 lavoratore su 2 non era in regola: sospensione, 2.500 euro di somma aggiuntiva e 3.900 euro di multa.
  • Nell’officina di riparazione di macchine agricole, la percentuale di irregolarità è stata la medesima: sospensione e identiche sanzioni.

Il caso più grave in un bar: impiegato un minore infraquattordicenne

Il caso più inquietante è stato rilevato in un bar, dove 2 lavoratori su 4 risultavano in nero e uno di loro era addirittura infraquattordicenne. Per questa gravissima violazione è stata disposta la sospensione immediata dell’attività, con somma aggiuntiva di 2.500 euro e una maxi-sanzione aggravata da 8.580 euro.

Una violazione che, evidenziano gli inquirenti, aggrava enormemente il quadro e apre anche a possibili rilievi penali per impiego di minori al di sotto dell’età legale per il lavoro.

Ispezioni anche nei cantieri: gravi mancanze su sicurezza e formazione

I controlli si sono estesi anche al settore edile, dove è stato ispezionato un cantiere con tre lavoratori: due erano in nero. Anche in questo caso è scattata la sospensione dell’attività, l’applicazione della somma aggiuntiva da 2.500 euro e una maxi-sanzione da 7.800 euro.

Non solo: gli ispettori hanno rilevato gravi mancanze in materia di sicurezza, come l’assenza di visita medica e formazione, mancato progetto del ponteggio, assenza del PIMUS (Piano di Montaggio, Uso e Smontaggio dei ponteggi) e del POS (Piano Operativo di Sicurezza). Sono quindi state elevate prescrizioni per un totale di 5.500 euro.

Sicurezza sul lavoro: oltre 6.000 euro di prescrizioni

Nel complesso, le attività ispettive hanno portato anche all’emissione di prescrizioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro per oltre 6.000 euro. Gli ispettori hanno accertato la violazione di norme essenziali per la tutela dei lavoratori, segnalando carenze che, in caso di incidente, avrebbero potuto avere conseguenze drammatiche.

Un sistema che resta fragile

Questi risultati confermano, ancora una volta, la diffusione capillare del lavoro irregolare nella provincia di Cosenza, specialmente nei comparti ad alta intensità di manodopera e bassa tracciabilità come ristorazione, artigianato e edilizia. Le sospensioni multiple dimostrano che il ricorso al lavoro sommerso non è episodico, ma strutturale.

Il quadro che emerge è quello di un mercato del lavoro in cui troppe imprese violano sistematicamente le regole, spesso a scapito dei lavoratori più fragili: giovani, donne, stranieri, disoccupati di lungo corso.

Lavoro nero: un rischio per tutti

L’impiego di lavoratori non regolarmente assunti comporta gravi danni non solo per il lavoratore, che non gode di alcuna tutela previdenziale o assicurativa, ma anche per la concorrenza tra imprese, che viene drogata da chi si sottrae agli oneri fiscali e contributivi.

Nel caso del bar che impiegava un minore infraquattordicenne, il rischio si trasforma in una vera e propria emergenza sociale, oltre che giuridica. Lavorare a quell’età, oltre a essere vietato, significa interrompere un percorso formativo e mettere a rischio l’integrità fisica e psicologica del minore.

La lotta al sommerso continua

L’Ispettorato del Lavoro e il NIL, anche alla luce degli ultimi riscontri, annunciano che l’attività di controllo proseguirà in modo sistematico, con l’obiettivo di contrastare in modo efficace il lavoro nero e le violazioni di sicurezza, a tutela dei lavoratori onesti e delle imprese regolari.