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Una colonna di gazzelle dei carabinieri che attraversa il centro di Mongrassano e fa da scorta a un furgone carico di marijuana. È lo spettacolo inatteso a cui i residenti del paesino assistono il 23 agosto del 2024: è in corso un’operazione antidroga che, poco prima, ha portato al rinvenimento di due grandi piantagioni di cannabis. Quel giorno, però, nessuno immaginava che dietro quel blitz vi fosse un’indagine portata avanti con pazienza quasi “contadina”, che dieci mesi dopo ha determinato l’emissione di cinque misure cautelari nei confronti dei proprietari di quella coltivazione scottante.
Una piantagione di cui i carabinieri della Compagnia di Cosenza sapevano tutto, quando la stessa era ancora solo un’intenzione. E che hanno visto poi nascere e crescere rigogliosa. Alla fine saranno ben 805 le piante estirpate dal terreno in un giorno di fine estate a Mongrassano.
In precedenza, a metterli sulla pista giusta è un’intercettazione ambientale raccolta a gennaio del 2024. In quel periodo, infatti, Giuseppe Marino e Valentino De Francesco, i due principali indagati, progettano proprio quel tipo di attività che, nelle loro intenzioni, ha l’obiettivo di durare: puntano, infatti, a ricavarne un raccolto a cadenza annuale.
Quel giorno di gennaio si trovano proprio sui terreni che intendono recintare e dotare di sistemi d’irrigazione per accogliere le piantine. Alla fine allestiranno due orticelli stupefacenti, che però, proprio grazie a quell’intercettazione, i carabinieri finiscono per localizzare. Un elicottero dell’Arma immortalerà in seguito le due aree debitamente terrazzate con i fusti di marijuana ben visibili anche dall’alto. E a quel punto, per loro si tratta di attendere il momento giusto.
Nel frattempo, Marino finisce fuori gioco a causa di una condanna definitiva per omicidio che lo porterà dietro le sbarre per un po’. Lo attendono «tre anni di università», come li chiama lui, ma continuerà comunque a seguire dal carcere l’evoluzione di quel progetto agricolo illecito. Come? Grazie ad alcuni telefonini, fenomeno ormai sempre più ricorrente, di cui riuscirà a disporre in carcere.
E si arriva così al giorno fatidico d’agosto, quando sta per arrivare il tempo della raccolta. È allora che i carabinieri entrano in azione e, in grande spiegamento di forze, radono al suolo le due coltivazioni illecite. Tutto nasce dalle intercettazioni, si sviluppa e poi finisce così com’era cominciato. Le successive captazioni, infatti, documentano lo sgomento e la delusione dei protagonisti di questa storia.
Da parte loro, c’è anche un tentativo di sistemare le cose in modo tale da non essere collegati a quelle piantagioni, ma ormai è tutto inutile. Per quanto riguarda De Francesco, Procura e gip ipotizzano da parte sua un concorso morale in questa faccenda. Avrebbe messo le cose a posto con i referenti criminali della zona in modo tale da consentire a Marino di operare in tranquillità.