Al 41 bis nel carcere di massima sicurezza de L’Aquila, capoluogo dell’Abruzzo. Si trova infatti nel cuore del centro Italia il superboss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, arrestato dopo 30 anni dai carabinieri del Ros di Palermo, sotto il coordinamento investigativo del procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia e del procuratore aggiunto Paolo Guido, di cui vi abbiamo detto tanto in questi giorni.

Il carcere de L’Aquila è una casa circondariale dove vengono reclusi tanti detenuti accusati di associazione mafiosa. Quindi un istituto penitenziario di primo livello, come Sulmona, Parma, Sassari, Nuoro, Terni, Novara, Tolmezzo e Milano Opera. Qui la procura di Palermo ha deciso che Matteo Messina Denaro sconti le condanne all’ergastolo per le stragi di mafia commesse negli anni 90 e per tanti omicidi deliberati nella fase più calda di Cosa Nostra.

Ma L’Aquila è anche la sede penitenziaria di alcuni detenuti cosentini che da tempo sono reclusi in una delle città più popolose dell’Abruzzo. Parliamo di Luigi Muto, ritenuto il capo dell’omonima cosca di Cetraro, condannato in via definitiva nel processo “Frontiera“, Nella Serpa, al vertice del clan di Paola e responsabile in qualità di mandante dell’omicidio di Luciano Martello, per il quale ha subito una condanna all’ergastolo, Luigi Abbruzzese, alias “Pinguino”, considerato elemento di spicco della cosca degli “zingari” di Cassano Ionio; Ettore Sottile, condannato nel processo “Rango-zingari” e intraneo alla cosca degli “zingari” di Cosenza e infine Domenico Mignolo, anch’esso condannato in “Rango-zingari“. Questi detenuti sono tutti al 41 bis.

La particolarità del carcere de L’Aquila, in cui sono reclusi anche il super camorrista Paolo Di Lauro, ritenuto il capo di Secondigliano e Scampia, e la terrorista Nadia Desdemona Lioce, risiede nella struttura. Dall’ingresso fino alla sala colloqui ci sono circa 500 metri di distanza, tutti da percorrere sotto terra.