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Nella vicenda ormai nota del terreno conteso in via Romualdo Montagna a Cosenza, anche la posizione di Andrea Greco, come quella di Francesco Casella, è stata riformata dalla Corte d’Appello di Catanzaro. In primo grado, i due imputati erano stati condannati per il reato di estorsione, seppur con ruoli differenti.
Nel giudizio di secondo grado, le rispettive difese sono riuscite a ribaltare il teorema accusatorio della Dda di Catanzaro, evidenziando le parole della persona offesa che, in sede di istruttoria dibattimentale, non era certa che il soggetto che gli aveva sferrato tre calci, in occasione dell’aggressione di cui era stato vittima il 21 marzo 2019, fosse Andrea Greco. Questo perché, a dire della vittima, il suo aggressore indossava un paio di occhiali. Non era riuscito a vedere neanche chi gli aveva dato uno schiaffo, in quanto era di spalle.
Secondo la Corte d’Appello di Catanzaro, inoltre, «né può affermarsi che il dubbio in ordine all’identificazione di Greco può ritenersi superato dal tenore della conversazione intercettata, poche ore dopo il pestaggio, nel corso della quale nulla viene detto in ordine alla diretta partecipazione di Andrea Greco al pestaggio del 21 marzo 2019, in quanto nessuno dei conversanti fa il nome di Greco e soprattutto la sua presenza non può desumersi dall’unica circostanza emersa, vale a dire che il soggetto che ha sferrato i calci indossava gli occhiali».
La Corte d’Appello di Catanzaro ha anche sottolineato che, in un’intercettazione, «gli interlocutori riprendono a parlare dell’italiano e prima dell’aggressione non avevano mai visto l’imputato», mentre «con riferimento poi alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, appaiono del tutto neutre rispetto alla vicenda in oggetto, atteso che, anche se Greco viene definito come soggetto al clan, nella vicenda che ci occupa l’elemento essenziale riguarda la sua presenza e il suo coinvolgimento e, al riguardo, i collaboratori nulla riferiscono».
In definitiva, non sono emerse prove sufficienti che Greco abbia partecipato all’estorsione per il terreno di via Romualdo Montagna. Andrea Greco è difeso dall’avvocato Giorgia Greco.